La sfida delle sette e dell’esoterismo
Conferenza di Carlo Climati presso la Congregazione per il Clero (Roma, 15 gennaio 2004)
Negli ultimi anni si è sentito parlare spesso delle sette, che vengono chiamate anche "nuovi movimenti religiosi" o "movimenti religiosi alternativi". Tantissime persone, ingenuamente, si lasciano condizionare dalle dottrine di strani santoni o finiscono impigliate nella rete di gruppi che annunciano l’imminente fine del mondo.
Per difendersi da certe situazioni può essere utile identificare i motivi che spingono in simili trappole e scoprire le tecniche di adescamento dei vari gruppi.
La prima domanda da porsi è se esistono dei soggetti "a rischio". Ci sono particolari tipi di persone che potrebbero, più facilmente, essere risucchiate da una setta? La risposta è "no". Nessuno può ritenersi immune da questo pericolo. A chiunque potrebbe capitare di finire nella trappola di qualche strano movimento alternativo.
Ma prima ancora dell’ingresso in una setta, c’è un problema più grande: quello della solitudine e della debolezza. A chiunque potrebbe succedere, almeno una volta nella vita, di sentirsi fragile.
Non esistono, quindi, delle persone particolarmente "a rischio", ma dei momenti della vita in cui il problema potrebbe presentarsi. Ad esempio: quando si soffre per la perdita di una persona cara, quando finisce un amore, quando si resta senza lavoro, quando qualcuno in cui crediamo ci delude o ci tradisce, quando si affronta un’improvvisa malattia, quando ci si trasferisce in un’altra città e si deve cominciare una vita nuova... In certi momenti, chiunque potrebbe sentirsi solo e fragile. In particolare, se non ha nessuno con cui parlare e confidarsi.
I capi delle sette sanno che la sofferenza, la fragilità e la debolezza rappresentano un terreno fertile in cui seminare e raccogliere seguaci. E così lanciano il loro "amo" verso chi sta male.
Il terreno delle sette
In quale terreno agiscono le sette? Ovunque. Ma soprattutto dove c’è una maggiore possibilità di incontrare solitudine e sofferenza. Ad esempio, un ambiente dove è facile "catturare" i giovani è quello universitario. Le università, infatti, sono spesso frequentate da ragazzi soli e lontani dalla famiglia, che si trasferiscono da una città all’altra per studiare.
E’ possibile che alcuni ragazzi attraversino momenti di fragilità e possano essere avvicinati dagli inviati delle sette. In che modo? Con proposte apparentemente innocue: un corso di lingue straniere o il coinvolgimento in qualche attività apparentemente bella e socialmente utile: contro la droga o in aiuto dei poveri e degli emarginati. Ma poi, a poco a poco, scatta la trappola.
Un altro ambiente "a rischio" è quello di certe palestre, di incontri o corsi legati al mondo orientale e allo yoga, che propongono diete vegetariane, pratiche salutiste o presunte tecniche di rilassamento e contro lo stress. Ci sono, poi, corsi che sembrano garantire il successo personale nella vita o che promettono lo sviluppo della memoria, dell’intelligenza, della capacità di comunicare. Dietro queste allettanti promesse potrebbero nascondersi le sette, pronte ad approfittare di eventuali momenti di debolezza.
Ogni gruppo ha i suoi "reclutatori", che hanno l’incarico di cercare nuovi seguaci. In che modo si presentano questi reclutatori? Con uno splendido sorriso. Con un modo di fare simpatico, dolce, comprensivo e rassicurante.
La persona sola viene coccolata, ascoltata, bombardata d’amore e di attenzioni. Entra in un rapporto d’amicizia e di confidenza con l’inviato della setta, lasciandosi a poco a poco catturare.
Gesù, nel Vangelo, invita a diffidare dei "lupi travestiti da agnelli". E i reclutatori delle sette sono proprio questo: lupi feroci che si presentano con l’aspetto dolce e mansueto degli agnellini.
Per comprendere meglio questo meccanismo, proviamo a pensare alla favola di "Pinocchio". A un certo punto della storia, un omino dall’aria gentile invita i ragazzi nel Paese dei Balocchi. Un Paese in cui, secondo lui, dovrebbero regnare l’allegria, il gioco, la vacanza, la libertà assoluta. Lo scrittore Collodi descrive questo personaggio come "un omino tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole".
A lungo andare, però, le promesse dell’omino si riveleranno ingannevoli. Il Paese dei Balocchi finirà per intrappolare Pinocchio, trasformandolo in un somaro. L’omino "tenero", in realtà, adescava i ragazzi per farli diventare asini e poi rivenderli nelle fiere e nei mercati.
Questo brano di Pinocchio sembra descrivere perfettamente i meccanismi di reclutamento delle sette, che promettono mondi di pace, gioia, amore e felicità. Ma poi, dopo un po’ di tempo, la maschera cade. I "Paesi dei Balocchi" si rivelano delle autentiche prigioni, dalle quali è difficilissimo uscire.
La persona fragile viene posta nella condizione di credere che il suo vero ambiente sia la setta, e non il resto del mondo. Sente di far parte di una "cerchia di eletti" che possiedono la verità. Non a caso, le vengono inculcati degli ideali forti nei quali credere ciecamente e senza discussione.
Inoltre, la persona fragile viene a poco a poco isolata da quello che era il suo "mondo precedente". Si tende a farle spezzare i legami con la famiglia o con un eventuale fidanzato o fidanzata. Ogni contatto con il mondo esterno viene intralciato o reso impossibile. Di conseguenza, la "nuova famiglia" che viene a costituirsi è quella della setta, apparente rifugio per trovare pace e sicurezza.
Chiunque cerchi di ostacolare questo processo viene considerato un nemico. Per questa ragione, molte vittime delle sette entrano facilmente in contrasto con i propri familiari e si isolano dal loro precedente ambiente di vita.
Le nuove solitudini
Le sette lavorano per indebolire la personalità dei propri seguaci, utilizzando tecniche psicologiche particolari. Una di queste è la ripetitività. Si spingono le persone a recitare ossessivamente delle "preghiere" o a svolgere continuamente un’attività. Tutto questo genera, a lungo andare, uno stato di condizionamento e di suggestionabilità.
Inoltre, viene usata spesso la tecnica della privazione del sonno. Con la scusa della concentrazione e della meditazione, si inducono le persone a restare sveglie per ripetere ossessivamente le loro "preghiere". In questo modo si indebolisce ancora di più l’individuo e lo si controlla facilmente.
Infine, le vittime delle sette vengono spesso spinte a donare i propri beni al gruppo d’appartenenza. E così il rapporto di dipendenza è completo. La persona viene completamente svuotata di ciò che ha: personalità e beni materiali.
Negli ultimi anni, il fenomeno delle sette ha toccato moltissimo anche i giovani. Per capire perché, bisogna fare una premessa.
Il comportamento dei giovani è sempre il frutto di un’educazione. Gli esseri umani sono dei "contenitori", che vengono riempiti, a poco a poco, con i messaggi che ricevono nel corso della propria esistenza.
I Vescovi dell’Emilia Romagna, in un ottimo e sempre attualissimo documento del 1996 sul mondo delle discoteche, hanno scritto: "Attenzione ai valori. I giovani sono in gran parte il frutto dell’educazione che è stata loro data (anche indirettamente o inconsapevolmente). Sovente essi percepiscono allo stato puro alcuni valori dominanti del momento, senza le difese o le accortezze di chi è più avanti negli anni, ha più esperienza e un’altra educazione".
Un tempo l’educazione era il frutto di pochi maestri: i genitori, gli educatori della scuola e gli educatori religiosi. Era un’educazione più controllata.
Oggi, nell’educazione, c’è concorrenza. I ragazzi sono "educati", anche, dalla televisione, da Internet, dai testi delle canzoni, da certe riviste per adolescenti. Sono bombardati da messaggi che contribuiscono a creare conflitti e stati di disagio.
Oltre a questo, bisogna considerare un fenomeno tipico del nostro tempo. Quello delle "nuove solitudini", che favoriscono l’ingresso di cattivi messaggi. Quando si è soli, è più facile essere schiavizzati, strumentalizzati, indottrinati.
C’è, ad esempio, la solitudine di chi naviga, per ore, su Internet. Basta accendere un computer per entrare in contatto, via e-mail, con New York, Parigi e Londra.
Tutto questo è bellissimo. Ma può diventare anche un limite. Viviamo sempre di più in un mondo di comunicazioni virtuali che possono rappresentare un rischio e spingere le persone a chiudersi nel proprio guscio.
Tutti noi, oggi, comunichiamo. Ma qual è la qualità della nostra comunicazione? Trascorrere una serata davanti al computer, chiacchierando in una "chat", significa davvero comunicare? Con chi stiamo comunicando? Che tipo di rapporto stiamo vivendo? Un rapporto vero, oppure falso?
C’è, poi, la solitudine di chi va a ballare in discoteca. In certi locali la musica è talmente forte e assordante da impedire qualunque tipo di comunicazione. I ragazzi sono completamente chiusi in loro stessi e dominati dal rumore. Credono di stare in mezzo agli altri, ma in realtà sono soli, profondamente isolati in una folla di solitudini. Centinaia di solitudini che ballano e non parlano.
Un’altra terribile solitudine è quella che nasce dalla televisione. Oggi, purtroppo, il piccolo schermo divide le persone e le famiglie. In ogni casa ci sono più televisori, e ognuno li usa secondo le proprie esigenze.
C’è, poi, la solitudine dettata dalla fretta, dal nostro correre ogni giorno senza mai fermarci. E’ la solitudine dell’arrivismo, del desiderio di fare carriera a ogni costo, di tuffarci nel nostro lavoro.
Siamo talmente in corsa che ci dimentichiamo di approfondire i rapporti umani. E così, restiamo soli. Irrimediabilmente soli. E facciamo restare soli gli altri, quando non ci fermiamo a parlare con loro. Quando non ci accorgiamo che stanno male e avrebbero bisogno di un sorriso, di uno sguardo amico.
Le "nuove solitudini", purtroppo, esistono. Sono un segno dei nostri tempi. Ed è in questo terreno che vanno a inserirsi i diversi messaggi che contribuiscono ad "educare" e a creare stili di vita pericolosi. Uno di questi è certamente quello delle sette.
Attualmente, possiamo distinguere sei tipi di gruppi di sette:
Il fenomeno "New Age"
Un terreno favorevole al proliferare delle sette è certamente quello del "New Age". Da alcuni anni, ormai, si parla di "New Age". Ma non tutti sono riusciti a capire il suo vero significato e la sua influenza nel mondo di oggi.
Per spiegare alle persone questo fenomeno, durante le mie conferenze, utilizzo un oggetto un po' particolare, che aiuta a comprendere e a fissare nella memoria l'argomento: un frullatore.
Il New Age, infatti, non è né una setta, né una religione. E' un'immensa corrente di pensiero che riunisce differenti pratiche: ufologia, spiritismo, medicine alternative, esoterismo, superstizione, astrologia, reincarnazione, ecologismo estremista, stregoneria, sincretismo religioso e tante altre cose.
Durante le mie conferenze, spiego in che cosa consistono tutti questi elementi. Poi, uno alla volta, scrivo i loro nomi su dei foglietti di carta e li metto nel frullatore. In questo modo, la gente riesce perfettamente a capire che cosa sia il New Age: un grande miscuglio di idee, religioni e superstizioni. Un frullato misto, in cui i tanti sapori si perdono e si confondono tra loro.
"New Age", in inglese, significa "Nuova Era". I suoi seguaci credono che l'umanità stia entrando in una "nuova epoca" di pace e di benessere, ricca di mutamenti in campo sociale, politico e religioso. Il New Age dovrebbe prendere il posto dell'era cristiana, passando dall'età astrologica dei Pesci a quella dell'Acquario. Per questa ragione, i seguaci del New Age sono conosciuti anche come "Acquariani".
Negli anni sessanta, il popolare musical americano "Hair" annunciava l'arrivo di una "nuova era" con la canzone "Aquarius": "Questa è l'alba dell'Età dell'Acquario. Armonia e comprensione, simpatia e fiducia abbondano. Non più falsità o derisione. Una vita dorata, sogni e visioni. Rivelazione mistica da cristalli e la vera liberazione della mente".
Ovviamente, la "nuova era" non è mai arrivata. Ma nel frattempo il New Age è diventato un giro d'affari di miliardi, espandendosi a livello mondiale attraverso libri, compact disc, spettacoli, film, negozi, centri religiosi, cartomanti, santoni e sette orientaleggianti che promettono di cambiare la vita delle persone (in cambio di soldi, ovviamente).
L'elemento più rischioso del New Age è certamente il sincretismo religioso. Ovvero, il "frullato misto" delle religioni. Secondo il pensiero "New Age", tutte le religioni sarebbero uguali. Di conseguenza, tutte le verità diventerebbero uguali.
Ma se tutte le verità sono uguali, vuol dire che non esiste più nessuna verità. E quindi, si negano quei valori universali che sono scritti nel cuore di ogni uomo, al di là di ogni fede e cultura.
Per questa ragione, si sfocia facilmente nel relativismo morale. L'uomo non ha più regole. Si mette al posto di Dio e si sceglie la "verità" che più gli fa comodo.
L'idea del sincretismo religioso viene mascherata dai seguaci del New Age, che affermano di voler cercare la pace tra i popoli e favorire il dialogo tra le differenti religioni. Ma è soltanto un trucco per cercare di indebolire il Cristianesimo. Mettendo tutte le religioni sullo stesso piano, si punta a svalutare il messaggio di Gesù.
Cristo diventa "uno dei tanti profeti", come Budda, Maometto o chiunque altro. Il suo messaggio diventa un messaggio "come tanti altri". E quindi, solo per fare alcuni esempi, la resurrezione viene posta sullo stesso piano della reincarnazione. La poligamia diventa uguale al matrimonio cristiano, che si basa sulla fedeltà dei coniugi. Ma si tratta di concetti ben diversi, che non devono confondersi tra loro.
Dialogare con persone di altre religioni non significa rinunciare alla propria identità o svendere i valori in cui crediamo. Anche il Papa, Giovanni Paolo II, ha promosso incontri di preghiera e di dialogo con le altre fedi. Ma è sempre stato molto chiaro nella sua identità e nel proporre il messaggio di salvezza del Vangelo.
Il rischio del New Age è che ognuno si costruisca una religione "fai da te". Una specie di "menù", dal quale poter scegliere alcuni "piatti" ed escluderne altri (soprattutto quelli più scomodi, che richiedono un impegno personale).
Nel New Age si parla spesso di "Dio". Ma lo si riduce ad un'entità astratta, un "qualcosa" di indefinito che è sopra di noi, e che va bene per tutti i gusti. Non a caso, la parola "religione" viene sempre sostituita da "spiritualità", che è un termine vago e meno impegnativo.
La più grande colpa del New Age sta nell'aver rispolverato e rilanciato tutte le peggiori forme di magia e di superstizione, che il Cristianesimo ha sempre combattuto. Pensiamo, ad esempio, agli strani poteri che vengono attribuiti a gemme e minerali. Secondo gli Acquariani, sarebbero in grado di generare "energie positive" e curare le malattie.
Molto diffusa è la cristalloterapia. Alcuni libri "New Age" sostengono che i cristalli avrebbero un'intelligenza nascosta, in grado di influenzare la nostra vita, ed insegnano a contattare il loro presunto potere.
C'è, poi, un'autentica fissazione per gli angeli, che gli Acquariani vedono dappertutto. Ma i loro angeli non hanno nulla in comune con quelli cristiani. Hanno nomi strani e poteri simili a quelli di talismani e amuleti. A questi si aggiungono molte altre figure popolari nel New Age, come gli "spiriti-guida" ed "entità" varie.
Tante persone, in buona fede, si avvicinano a certe superstizioni attraverso le riviste di contenuto "New Age" che sono in edicola, spesso vendute con un compact disc di musica piacevole e rilassante. Acquistando il compact disc, si compra anche la rivista. Si leggono gli articoli e ci si comincia ad interessare alle teorie della "Nuova Era". La musica, quindi, può trasformarsi in un rischioso "ponte" tra la gente e le teorie acquariane.
Anche l'ecologia, se vissuta in modo estremista, può introdurre in ambienti New Age. L'amore per la natura è sicuramente una cosa buona. Ma la Terra non può diventare una "Dea" da adorare. Bisogna fare molta attenzione alle derive ecologiste che confondono l'autentico rispetto per l'ambiente con una concezione pagana del mondo che ci circonda.
Magia ed occultismo
Un altro terreno fertile per l’adesione alle sette è quello della magia, dell’occultismo e dell’esoterismo.
Che cos’è l’esoterismo? Con questa parola s’intende tutto ciò che è conosciuto da una ristretta cerchia di persone e non può essere svelato pubblicamente. Ad esempio, un particolare tipo di magia, le tecniche per la lettura della mano o delle carte, le formule per l’evocazione degli spiriti, i segni utilizzati per stabilire un patto con il diavolo.
L’esoterismo è qualcosa di misterioso, di segreto, di occulto. E’ un linguaggio conosciuto soltanto da pochi eletti, che lo utilizzano per i loro scopi. Perciò, di fatto, l’esoterismo è un modo per esercitare un potere nei confronti di qualcun altro.
Chi esercita questo potere? Gli "iniziati". Ovvero, i pochi eletti che sono stati ammessi alla conoscenza di qualche culto o magia particolare. Ad esempio, gli astrologi, i cartomanti, gli stregoni e i maghi di ogni genere.
Gli iniziati esercitano un grande potere nei confronti degli altri. E questi "altri", spesso, sono persone deboli, fragili, in crisi, in difficoltà. Sono persone che stanno attraversando un momento critico nella loro vita, che cercano delle risposte immediate ai propri interrogativi o una soluzione ai loro problemi.
L’iniziato dice: "Io ho il potere di guarirti. Ho il filtro magico che ti permetterà di trovare l’amore che stai cercando". Oppure: "Attraverso la lettura delle carte posso aiutarti a conoscere il tuo destino". Oppure: "Questo amuleto ha un potere immenso e cambierà completamente la tua vita". Oppure: "Sono in grado di metterti in contatto con lo spirito di tuo fratello, che è morto l’estate scorsa in un incidente stradale".
Sono tutti dei chiarissimi esempi di esercizio del potere nei confronti di persone che cercano disperatamente una risposta alle proprie domande. Tra queste persone, ci sono anche tantissimi giovani.
Nell’era della scienza e della Dea Ragione, spesso dominata da un rifiuto pregiudiziale della presenza di Dio, si sta verificando un fenomeno curioso: il ritorno della magia e della superstizione. Esoterismo, occultismo, spiritismo ed astrologia sembrano trovare energie nuove e terreno fertile nella credulità popolare di milioni di persone, soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione.
Basta accendere la televisione, a qualunque ora, per trovarsi di fronte a maghi e cartomanti che vendono amuleti o leggono i Tarocchi. Mentre le edicole si riempiono di riviste che promettono di cambiare la vita delle persone con riti esoterici orientali o medicine alternative a sfondo magico.
Tutto questo sembrerebbe essere in contrasto con lo straordinario bisogno di razionalità e di "toccare con mano" che caratterizza i nostri tempi. Nell’epoca dei computer e delle conquiste dello spazio, non si dovrebbe certamente ricorrere ad un talismano per ritrovare fiducia in sé stessi. Eppure, questo è esattamente ciò che sta accadendo.
Oggi le truffe dei maghi muovono un giro d’affari di miliardi e trovano terreno fertile nei momenti di sofferenza delle persone.
Riflettiamo sulle parole fumose che utilizzano i maghi. Dicono di saper togliere la "negatività" e di donare la "positività". E poi, fanno grande uso di un termine che non significa nulla: "energia". Nessuno è in grado di spiegare che cosa sia. Eppure, certi maghi affermano di vendere amuleti carichi di "energia positiva", in grado di portare fortuna e cambiare la vita delle persone da un giorno all’altro.
In realtà, l’obiettivo è quello di creare rapporti di schiavitù e di dipendenza. Non a caso, alcuni hanno inventato "l’amuleto ricaricabile". Ogni mese bisogna "ricaricarlo di energia". E quindi, tornare dal mago e versare altri soldi. Altrimenti, l’effetto prodigioso dell’amuleto si interromperà (secondo quanto raccontano certi ciarlatani).
L’interesse per il satanismo
Tra i giovani, negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un grande aumento di interesse nei confronti di una delle forme più estreme di esoterismo: il satanismo. Alcuni ragazzi, purtroppo, sono entrati a far parte di sette sataniche ed hanno avuto seri problemi con la giustizia.
Il motto dei satanisti contemporanei è "Fai ciò che vuoi", un invito a vivere senza regole e senza limiti. Ed è proprio questa l’essenza del satanismo. Non c’è altro dio che l’uomo. L’uomo ha diritto di vivere secondo la sua stessa legge. Di conseguenza, tutto diventa lecito: la droga, la violenza, l’odio, la vendetta, il dominio dei forti sui più deboli.
Il motto "Fai ciò che vuoi" rappresenta l’eterna presunzione dell’uomo che vuole mettersi al posto di Dio e diventare dio di sé stesso, seguendo le leggi che più gli fanno comodo e cercando di soddisfare il proprio, egoistico piacere.
Storicamente, il satanismo si è sempre opposto al Cristianesimo. Perché? La risposta è semplice. I satanisti dicono: "Fai ciò che vuoi". La legge dei Cristiani, invece, è: "Ama, e fai ciò che vuoi".
Prima del "Fai ciò che vuoi" c’è l’imperativo "Ama!", che vuol dire: "Non essere egoista! Ricordati che esistono gli altri! Ama il prossimo tuo come te stesso!".
In questo imperativo, "Ama", è racchiusa l’enorme differenza tra Cristianesimo e satanismo. L’uomo, prima di tutto, deve imparare ad amare. E poi, sarà libero di "fare ciò che vuole". Altrimenti, senza l’amore, diventerà un egoista, un arrivista ed un perfetto "satanista".
Questo ragionamento ci aiuta a capire la vera essenza della filosofia del satanismo. E’ una filosofia di vita che rischia facilmente di contagiare i giovani, perché si presenta con il volto accattivante della "libertà totale". E’ il vecchio mito della vita spericolata, che continua a mietere vittime tra i ragazzi.
Molti ragazzi sono affascinati dal diavolo, che considerano una specie di "alleato". Ammirano la sua natura trasgressiva di "angelo ribelle", e si lasciano sedurre dalla possibilità di una vita apparentemente "libera" e senza regole. Ma è una libertà che conduce, ben presto, a nuove schiavitù.
Il problema è quello di non riuscire più a capire che cosa sia il bene e che cosa sia il male. E’ il punto d’arrivo della non-cultura del "Fai ciò che vuoi", che conduce al puro nichilismo. E quindi, al nulla, al vuoto.
Il satanismo punta a rovesciare e distruggere i valori della civiltà cristiana. Punta a creare confusione tra i giovani, per costruire una specie di "società al contrario" in cui il bene diventa male e il male diventa bene.
Quest’idea è rappresentata anche attraverso i segni caratteristici dei satanisti e i loro rituali. Non a caso, uno dei simboli utilizzati dai seguaci del diavolo è la croce rovesciata, che sta a significare il "capovolgimento" dei valori del Cristianesimo.
Alcuni ragazzi, come gesto di trasgressione, sono soliti portare questo simbolo con una catenina al collo. Oppure lo disegnano sui muri o nei loro diari.
Non possiamo, poi, dimenticare ciò che accade nei classici riti satanici, denominati "messe nere". Si chiamano così perché rappresentano la parodia e la dissacrazione della Messa cattolica.
Durante questi riti, i satanisti sono soliti recitare le più note preghiere cattoliche al contrario. E questo, ancora una volta, sta a simboleggiare il desiderio di "rovesciare" i valori cristiani. Il Padre Nostro recitato al contrario si trasforma, così, in una preghiera al diavolo, in cui si glorificano i "valori rovesciati" della non-cultura del demonio.
Queste preghiere al contrario vengono, spesso, accompagnate da gesti sacrileghi nei confronti dell’Eucarestia. I satanisti, infatti, sono soliti soliti rubare le ostie consacrate dalle chiese cattoliche, per utilizzarle nei loro rituali.
Un altro tipo di cerimonia satanica è il "sabba", in cui il culto del diavolo è accompagnato da danze rituali, accoppiamenti sessuali, consumo di droga ed alcolici.
Un percorso verso il male
Come può un adolescente entrare in contatto con il mondo del satanismo? Esistono, sicuramente, dei "ponti" che facilitano questo tipo di percorso. Il più efficace è un certo tipo di musica rock che si ispira all'occultismo e che, negli ultimi anni, sembra essere diventata un ottimo affare per le case discografiche.
Partendo dal semplice interesse per un cantante di "rock satanico", è possibile entrare in contatto con il mondo del satanismo. Ma si tratta di un processo d'avvicinamento che avviene "a stadi", e che si può facilmente spiegare con la grande familiarità dei giovani con le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione.
Il primo stadio, generalmente, è il semplice e banale interesse per un cantante "satanico". Il giovane, in un primo tempo, acquista i suoi compact disc e si appassiona alla sua musica. Ma poi, sente il bisogno di saperne di più. Il secondo passo è la conoscenza dei testi delle canzoni e il conseguente approccio con una filosofia di vita trasgressiva.
Il terzo stadio è l'acquisto, da parte del giovane, di riviste musicali che parlano del suo cantante preferito. Ultimamente, su certi periodici rock, non si parla soltanto di musica, ma anche di satanismo ed esoterismo. A volte vengono perfino segnalati indirizzi di sette sataniche o siti Internet di cantanti legati al mondo dell'occultismo.
Così, per saperne di più, si entra nel quarto stadio: la ricerca "in rete". Partendo dalla semplice curiosità per i siti Internet di cantanti di "rock satanico" si rischia, poi, di passare ad un interesse per le pagine di vere e proprie sette, oppure per i "newsgroup" (gruppi di discussione) frequentati da satanisti ed esoteristi. A questo punto, il gioco è fatto. Il quinto ed ultimo stadio è il contatto diretto del giovane, attraverso l'e-mail, con una setta o con qualche cultore di magia nera.
Naturalmente, non tutti i ragazzi raggiungono il quinto stadio. Tuttavia, non si può escludere che la "filosofia di vita" espressa da certi cantanti rock possa produrre effetti negativi anche in chi rimane a livelli inferiori.
Ecco la testimonianza di un giovane ventiduenne, che ho conosciuto, e che ha vissuto la drammatica esperienza del satanismo: "Mi sono avvicinato al satanismo intorno ai sedici anni, in seguito ad una mia curiosità, nata specialmente dall’ascolto di certa musica. All’età di diciotto anni, ho deciso di aderire pienamente a questo mondo. Sono entrato in contatto con una delle principali sette sataniche italiane, ed ho cominciato a frequentare le persone che ne facevano parte.
Dopo un po’ di tempo mi sono accorto che questi satanisti non erano realmente miei amici. Si trattava di una situazione di vero e proprio sfruttamento. In quel periodo avevo pochissime risorse economiche, ma ero stato convinto ad affidarle totalmente alla setta. Mi rimanevano soltanto i soldi per pagare la benzina del motorino.
Sono rimasto in questo gruppo una decina di mesi, durante i quali ho partecipato anche a dei riti satanici. Erano cerimonie molto squallide, che nascondevano soltanto una forte perversione sessuale.
C’era, poi, un’affannosa ricerca del potere. Eravamo convinti di poter dominare gli altri. Si respirava un’atmosfera di continua sfida verso il mondo cristiano, caratterizzata da una forte intolleranza nei confronti della Chiesa.
Comunque, secondo me, i ragazzi che aderivano a questa setta non erano veramente cattivi. Molti di loro avevano alle spalle situazioni familiari difficili. Attraverso il satanismo, cercavano di trovare una soluzione per i loro problemi. Ma era solo un’illusione. Non si può vincere la propria sofferenza prendendosela con il mondo.
A un certo punto, non ho più sopportato questa situazione e ne sono uscito fuori. Col tempo, ho iniziato a riflettere e a scoprire altri valori. Ho deciso di riprendere in mano la mia vera vita, e sono tornato a vedere la luce del sole".
I comandamenti satanici
Alcuni complessi rock "recitano" la parte dei satanisti come trovata pubblicitaria per vendere dischi. Ma c’è anche chi fa sul serio. Negli Stati Uniti, ad esempio, alcuni artisti rock collaborano con la Chiesa di Satana, un’organizzazione che è considerata perfettamente legale.
La Chiesa di Satana è nata a San Francisco nel 1966, per iniziativa dell’occultista Anton LaVey.
Come è possibile che sia legale? Questo accade perché la Chiesa di Satana si presenta come una vera e propria "istituzione religiosa", con tanto di sacerdoti, "Bibbia" e "comandamenti".
I responsabili di questa organizzazione si muovono in modo perfettamente "corretto". Non commettono reati. Non fanno sacrifici umani e non praticano la violenza sessuale. Si limitano semplicemente a diffondere la loro "ideologia" satanica.
Perciò, negli Stati Uniti, quella della Chiesa di Satana è considerata una "religione" come le altre, i cui rituali vengono venduti perfino in edizione economica nelle librerie.
Tutto questo è terribilmente ipocrita. La promozione del male, infatti, può produrre soltanto dei cattivi frutti. E’ vero che la Chiesa di Satana non commette reati. Però promuove un’ideologia oggettivamente negativa. Per accorgersene, basta leggere i nove "comandamenti" satanici, che riassumono il pensiero di questa organizzazione:
1. Satana rappresenta l’abbandonarsi al piacere invece dell’astinenza!
2. Satana rappresenta l’esistenza vitale, invece di illusioni spirituali!
3. Satana rappresenta la pura verità, invece di ipocriti autoinganni!
4. Satana vuol dire bontà verso coloro che la meritano, invece di amore sprecato per gli ingrati!
5. Satana rappresenta la vendetta, invece del porgere l’altra guancia!
6. Satana significa dare responsabilità a chi è responsabile, invece di preoccuparsi per i vampiri della psiche!
7. Satana significa che l’uomo è semplicemente un altro animale, a volte migliore, più spesso peggiore di quelli che camminano sulle quattro zampe, il quale, in grazia del suo "sviluppo divino, spirituale e intellettuale" è diventato più crudele degli animali.
8. Satana rappresenta tutti i cosiddetti peccati, poiché essi conducono tutti a una gratificazione fisica, mentale o emotiva!
9. Satana è stato il migliore amico che la Chiesa abbia mai avuto, visto che le ha fatto fare affari per tutti questi anni.
Questi sono gli "insegnamenti" della Chiesa di Satana. Oltre all’esaltazione del peccato, l’elemento più terribile dei nove "comandamenti" è senz’altro l’invito alla vendetta, che è l’opposto del perdono cristiano.
Ancora una volta, vediamo che il satanismo si propone come una non-cultura del "contrario", che punta a "rovesciare" i valori del Vangelo.
Un altro elemento importante è la riduzione dell’uomo ad animale. Non a caso, uno dei rituali della Chiesa di Satana prevede la rinuncia delle persone alla propria "natura spirituale". Gli uomini vengono invitati a celebrare la loro identità con gli animali. Per simboleggiare questa nuova "identità", alla fine del rito le persone devono inseguire a quattro zampe un topolino.
Questi fatti mettono in luce il potenziale fortemente negativo della Chiesa di Satana: esaltazione del peccato, della vendetta e della bestialità. Tutto ciò, purtroppo, non rimane un passatempo per pochi intimi. La Chiesa di Satana, infatti, si è servita della musica rock per amplificare il suo messaggio e proporlo al maggior numero possibile di ragazzi.
Ci sono artisti che hanno collaborato con questa organizzazione, e che hanno fatto da "ponte" tra la Chiesa di Satana e il mondo dei giovani. Il più famoso di tutti è certamente Marilyn Manson, venerato come un idolo da tanti ragazzi in ogni parte del mondo.
Il ruolo della musica
Il cantante americano Marilyn Manson ha fatto della trasgressione e della provocazione le sue armi fondamentali. Il suo stesso nome è tutto un programma. Unisce il mito di Marilyn Monroe al triste ricordo di Charles Manson, uno squilibrato che negli anni sessanta diede vita ad una setta responsabile di vari omicidi.
Durante i concerti, che sono un concentrato di cattivo gusto, Marilyn Manson arriva al punto di ferirsi fisicamente. Le sue canzoni insultano Dio e contengono messaggi spudoratamente nichilisti.
E’ interessante notare come le sue dichiarazioni facciano, spesso, riferimento a un’ideologia che non è soltanto "satanica", ma anche contro l’uomo.
L’aspetto più inquietante del pensiero di Marilyn Manson è l’idea di un mondo in cui sopravvivono soltanto i più forti. Il cantante dichiara: "Tutte le droghe dovrebbero essere legali. Poi la gente che si vuole uccidere avrà l’opportunità di... Sai, un po’ di darwinismo sociale elimina i deboli. (...) Alla gente dovrebbe essere permesso di fare quello che vuole: questa è la base del darwinismo sociale. Sopravvive il più forte".
Nella sua autobiografia, Marilyn Manson ha scritto: "Non faccio mistero del mio uso di droghe. Ma al tempo stesso sento solo disprezzo per chi ne è dipendente. E’ la gente che abusa della droga che fa apparire cattiva quella che la usa".
Insomma, secondo Manson esisterebbe un consumo di droga positivo (il suo) e uno negativo: quello dei tossicodipendenti, che lui dice di disprezzare.
Tutto questo è semplicemente assurdo. La droga è sempre una cosa cattiva, in ogni caso. E poi, perché provare disprezzo per chi ha la sfortuna di finire nel tunnel della tossicodipendenza? Perché questo atteggiamento di superiorità nei confronti dei più deboli?
La distinzione tra drogati "di serie A" e drogati "di serie B", teorizzata da Marilyn Manson, non mi piace. Mi fa venire in mente certi ricchi signori che consumano cocaina e che, stranamente, non hanno mai problemi con la giustizia. Mentre, invece, i tossicodipendenti più poveri ed emarginati sono quelli che finiscono sempre nei guai.
Gli "ideali" di Marilyn Manson si possono riassumere in questa sua dichiarazione: "Satanismo non significa adorare il diavolo. Significa che l’uomo dev’essere il proprio dio sulla terra. Non devi adorare niente e nessuno, tranne te stesso".
Quindi, l’uomo diventa "dio di se stesso" ed è padrone di scegliere le regole che più gli fanno comodo. Ecco perché Marilyn Manson parla di un mondo in cui "sopravvive il più forte". Se l’uomo si mette al posto di Dio, tutto è permesso. Anche la "selezione" degli esseri umani.
Purtroppo, molti ragazzi sembrano essere affascinati dalla filosofia di Marilyn Manson e finiscono per sposare certi "ideali". Non è difficile incontrarli, di notte, fuori dai locali che propongono questo tipo di musica. In genere, sono vestiti di nero. Spesso hanno le braccia segnate da piccole ferite, che si procurano da soli.
Questi tagli sono un segno di resa, di pessimismo. Simboleggiano, forse, altre ferite più profonde, che sono quelle della vita di tutti i giorni. Una vita spesso segnata dall’incomunicabilità, dalla mancanza di dialogo in famiglia, dalle difficoltà nella scuola o nel lavoro.
Il satanismo, in fondo, non è altro che questo: la morte della speranza. L’invito a credere che nel mondo, come dice Marilyn Manson, "sopravvive il più forte".
Marilyn Manson, alcuni anni fa, ha incontrato Anton Lavey, fondatore della Chiesa di Satana americana, ed è stato ordinato "sacerdote". I suoi dischi, purtroppo, sono stati una specie di "spot pubblicitario" per questa organizzazione. Blanche Barton, un’esponente della Chiesa di Satana, ha ammesso: "Abbiamo ricevuto molte domande da parte di ragazzi che hanno iniziato ad interessarsi al satanismo grazie alla musica e all’atteggiamento di Marilyn Manson. Manson non nasconde il proprio appoggio ai veri ideali satanici, ed é abbastanza eloquente da riuscire a spiegare esattamente cosa sono questi ideali, invece che raccontare le solite storie paurose di sacrifici e cartelli criminali".
Gli elementi elencati finora dimostrano in modo schiacciante come una parte della musica moderna sia diventata, senza ombra di dubbio, un efficace mezzo di diffusione del satanismo tra i giovani.
Non tutto il rock propone messaggi negativi. Ma non si può negare che qualcuno abbia deciso di utilizzarlo per promuovere la non-cultura dell’occultismo e della disperazione.
I seguaci di Satana sanno bene che, attraverso un disco, é possibile raggiungere il cuore di milioni di giovani in tutto il mondo. Quale spot pubblicitario potrebbe mai garantire una simile diffusione del proprio "prodotto"?
Giovani e violenza
Alcuni fatti di cronaca, accaduti in Italia e all’estero, testimoniano l’aumento di interesse dei giovani nei confronti del satanismo.
L’episodio più sconcertante è, senza dubbio, l’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, da tre ragazze di diciassette anni. La religiosa, conosciuta da tutti per la sua bontà e per la sua carità, è stata colpita da diciannove coltellate.
Si è trattato di un vero e proprio sacrificio umano, dedicato al diavolo. Questo è quanto è emerso dalle indagini. Le tre ragazze, infatti, erano appassionate di esoterismo e di rock satanico. Nei loro diari gli inquirenti hanno trovato simboli diabolici come la croce rovesciata e il "sei sei sei", numero dell’Anticristo.
Suor Maria Laura Mainetti era una persona disponibile, sempre pronta a correre in aiuto di chi era in difficoltà. La sera del delitto, una delle ragazze le ha telefonato fingendosi disperata: "Sono incinta. Vogliono farmi abortire. Vediamoci subito".
Ma era una trappola. La religiosa è stata convinta a recarsi in una zona isolata, in mezzo al bosco. Il giorno dopo è stata ritrovata in una pozza di sangue, trafitta da diciannove coltellate al volto, alla gola e al torace.
Durante gli interrogatori, le tre ragazze hanno rivelato che "a Satana sarebbero bastate diciotto coltellate". Sei colpi per una, in modo da comporre il diabolico numero "sei sei sei".
Il coltello è passato di mano in mano. Ma il colpo dato in più, secondo le giovani, avrebbe "rovinato il rito".
Le ragazze hanno raccontato che Suor Maria Laura, mentre riceveva le coltellate, era in ginocchio e pregava a mani giunte. Le sue ultime parole sono state: "Signore, perdonale". Nel frattempo, le ragazze continuavano a trafiggerla e ad insultarla: "Muori, bastarda!", "Prega pure il tuo Dio!". Si è trattato, dunque, di un vero e proprio martirio.
Dopo mesi di accertamenti, i carabinieri hanno confermato che si è trattato di un sacrificio umano da dedicare al diavolo. Non sono emersi altri elementi che possano far ritenere il coinvolgimento di qualcun altro. Le tre ragazze di Chiavenna, dunque, hanno agito da sole.
L’episodio ha suscitato ovunque una sensazione di stupore e di orrore, ma anche di profonda commozione per il martirio di questa umile suora, vittima di una società malata che sembra perdere di vista i suoi valori più importanti.
Altri episodi di satanismo giovanile, meno gravi, si sono verificati in Italia nel 1996. Tutto è cominciato con la confessione di un giovane di una cittadina in provincia di La Spezia, protagonista di "visite notturne" nei cimiteri, con profanazioni di tombe e furti di teschi ed ossa.
Il ragazzo, oggi completamente pentito, ha dichiarato: "Mi dispiace per quello che ho fatto. Mi sono lasciato trascinare dalla musica black metal, che seguo da più di dieci anni. In particolare i testi di alcuni gruppi norvegesi e svedesi. (…) Mi hanno condizionato a tal punto che ripetevo come un automa quello che loro raccontavano nelle canzoni. (...) Quella musica, che ascoltavo anche dieci ore al giorno, mi prendeva a tal punto che non mi rendevo conto della gravità dei miei gesti".
La procura di La Spezia, dopo la confessione del giovane, ha condotto una vasta indagine denominata "Operazione Diablo", che ha coinvolto nove giovani dai diciotto ai ventisette anni. Le accuse vanno dal danneggiamento e violazione di sepolcro al furto aggravato di arredi sacri.
Ci sono, poi, altri fatti accaduti all’estero. Nel 1996, a San Luis Obispo, cittadina della California tra San Francisco e Los Angeles, tre ragazzi (di quindici, sedici e diciassette anni) hanno violentato, torturato ed ucciso una quindicenne in un bosco, come sacrificio per il diavolo. I tre giovani avevano formato un complesso di rock satanico ed erano convinti che questo rito sanguinario avrebbe migliorato le loro capacità musicali.
Quattro anni prima, in Norvegia, i componenti di alcuni gruppi rock hanno organizzato attentati terroristici a chiese cattoliche, trasformando il loro odio musicale in veri e propri atti di vandalismo.
In questo clima rovente non sono mancati gli omicidi. Count Grishnackh, leader dei Burzum, é stato condannato a ventun anni di prigione per aver ucciso un altro musicista, Oysten Aarseth, capo del complesso Mayhem. Intervistato in carcere, ha dichiarato pubblicamente la sua intenzione di armare la gente e spingerla contro la Chiesa. "Il tramonto del Cristianesimo è già cominciato", ha detto Count Grishnackh.
La nuova stregoneria
Tra i fenomeni di esoterismo giovanile più diffusi, oltre al satanismo, c’è la Wicca. Si tratta di una nuova forma di stregoneria che sta avendo molto successo tra i ragazzi, in varie parti del mondo.
Si propone come una specie di "stregoneria buona". Non è un’organizzazione con dei leader o delle strutture precise. La Wicca è semplicemente una corrente di pensiero esoterica, alla quale può aderire chiunque, anche senza appartenere a qualche gruppo particolare.
E’ un miscuglio di paganesimo, magia e superstizione. Inoltre, propone una venerazione esagerata per la natura, che viene divinizzata e adorata.
I seguaci della Wicca credono nella reincarnazione, che considerano una "evoluzione dell’anima". Praticano una serie di riti magici che avrebbero lo scopo di raggiungere dei particolari obiettivi: dagli incantesimi d’amore alle cerimonie per arricchirsi e "attirare il denaro".
I seguaci della Wicca sostengono di non volere il male di nessuno e non vogliono assolutamente confondersi con i satanisti. Tuttavia, la Wicca non si può considerare un culto positivo. In alcuni casi, propone dei rituali attraverso i quali si possono esercitare dei poteri sulla vita delle persone. E questo non è giusto, perché gli esseri umani non sono burattini da controllare a proprio piacimento.
Un altro aspetto negativo è quello della superstizione. I seguaci della Wicca sono convinti che le pietre, le erbe, le fiamme e il vento contengano delle particolari energie, in grado di produrre effetti sulla vita quotidiana. Di conseguenza, finiscono per diventare schiavi degli oggetti, degli amuleti e dei talismani.
Alcuni film e telefilm hanno reso popolare la Wicca. Anche certe riviste per adolescenti ne parlano spesso, proponendola come una specie di "religione alternativa". Le ragazze, soprattutto, sono affascinate dall’idea di essere delle "streghe buone", ed utilizzano i rituali della Wicca per cercare di risolvere i piccoli problemi della vita quotidiana. Si chiudono nella loro cameretta e preparano vere e proprie cerimonie.
Certe forme di stregoneria si legano spesso a una proposta fuorviante d’amore per la natura. Tanti giovani in buona fede, infatti, hanno rispetto per l’ambiente e sono appassionati di ecologia. Si tratta di un interesse positivo, fino a quando non scade in linguaggi e comportamenti di tipo pagano o superstizioso. Ed è proprio quello che succede nella Wicca.
Perché tanti ragazzi, oggi, ricorrono alla magia e all’occultismo? Alla base di certi comportamenti ci sono sicuramente alcune paure, incertezze, timori per il futuro. Molti giovani, oggi, si sentono insicuri e vivono momenti di difficoltà. Questo accade, probabilmente, perché viviamo in un mondo in cui domina la non-cultura dell’apparenza e dell’immagine.
E’ l’epoca degli spot pubblicitari, in cui ogni cosa sembra perfetta, irreale, irraggiungibile. Mentre le edicole sono piene di calendari con le foto di splendide top model, ritoccate dal computer. Anche i video musicali fanno la loro parte. I cantanti non possono più limitarsi a cantare. Devono essere belli, colpire l’attenzione del pubblico e rinnovare spesso pettinatura, abbigliamento, modo d’apparire.
Insomma, i modelli proposti dai mezzi di comunicazione tendono ad alimentare l’insicurezza dei giovani. Chi non assomiglia a Nicole Kidman, o a Leonardo Di Caprio, rischia di sentirsi diverso, inferiore, limitato. Comincia a guardarsi allo specchio, e a provare una sensazione di insicurezza.
Il mondo, dominato dai più belli e dai più forti, appare difficile da affrontare. E’ un mondo in cui sembrano trionfare soltanto i furbi e i potenti. Per questa ragione, tanti ragazzi tendono a chiudersi nel proprio guscio.
A questi problemi si aggiungono i timori e le incertezze che nascono dalla grande difficoltà di comunicazione del mondo di oggi.
Potrebbe sembrare assurdo parlare di "difficoltà di comunicazione" nell’era di Internet, dei telefoni cellulari e della TV via satellite. Eppure, è proprio così. Al bombardamento dei mass media si contrappone spesso l’assenza di una comunicazione più semplice, umana, individuale, che riscopra il volto dell’altro.
A volte, i giovani preferiscono i rapporti virtuali delle "chat" di Internet perché hanno paura di essere giudicati, "catalogati", scartati, messi da parte.
Un’altra grande paura dei ragazzi è quella di legarsi, di affrontare un serio rapporto d’amore con qualcuno. Ci si sposa, ormai, sempre più tardi e si preferisce vivere situazioni sentimentali non durature e superficiali.
Questo atteggiamento viene definito "sindrome di Peter Pan". Ovvero, la voglia di non crescere mai e di non assumersi le proprie responsabilità. Come il personaggio della favola di Peter Pan, che voleva restare bambino e vivere nell’Isola che non c’è.
Anche in questo caso, i mezzi di comunicazione hanno delle grandi responsabilità. Non contribuiscono ad incoraggiare i giovani e propongono loro dei modelli sbagliati. Non li aiutano a credere nel matrimonio, nella famiglia e nell’amore "per sempre".
I programmi televisivi sembrano fare a gara nell’ospitare le testimonianze di famiglie in crisi, di genitori che litigano con i figli, di mariti che tradiscono le mogli (e viceversa), che si insultano e si mancano pubblicamente di rispetto.
Questo meccanismo genera, inevitabilmente, una grande paura: la paura dell’altro, che improvvisamente potrebbe tradirci e pugnalarci alle spalle. Impedisce ai giovani di fidarsi, fino in fondo, di qualcuno. E favorisce, così, la solitudine e la paura del futuro.
Come difendere i ragazzi?
La conseguenza più visibile di questo timore del domani è l’aumento d’interesse dei giovani nei confronti della superstizione, della magia e dell’occultismo. Oggi, tanti ragazzi si affidano alla lettura delle carte, agli amuleti e ai talismani per cercare un aiuto nell’affrontare la vita.
La televisione, purtroppo, è piena di cartomanti, maghi, astrologi e ciarlatani di ogni genere che approfittano dei momenti di difficoltà delle persone. Anche le riviste per adolescenti, purtroppo, alimentano questo squallido mercato che sfrutta le paure e le nuove solitudini dei giovani.
La trappola che si cela dietro le nuove mode esoteriche giovanili è evidente. E’ l’invito a credere che esista una "magia buona", una specie di "alleata" per risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. Una vita che, per molti ragazzi, è dominata dalla solitudine, dall’assenza di dialogo in famiglia, dalle difficoltà nella scuola o nei primi approcci con il mondo del lavoro.
Quando si è soli, è molto facile essere vittime della magia e della superstizione. Ci si attacca a tutto, anche ad un amuleto o alla lettura delle carte. Inoltre, certi meccanismi sono profondamente diseducativi perché rappresentano il trionfo della non-cultura del non-impegno e del "voglio tutto e subito, senza sforzarmi".
Come difendersi da certi rischi? Cercando di ascoltare i giovani, ed aiutandoli a capire che la magia non può rappresentare una soluzione per i propri problemi. E’ necessario promuovere una cultura dell’impegno, che valorizzi i piccoli sforzi della vita quotidiana per raggiungere un particolare obiettivo: lo sforzo che si fa per studiare e superare un esame, lo sforzo che si fa per conquistare una ragazza, lo sforzo che si fa nel proprio lavoro quotidiano, lo sforzo che si fa per vivere un buon rapporto d’amicizia e di convivenza con gli altri...
Il campo più rischioso è certamente quello dell’amore. La maggior parte delle persone si rivolgono a maghi e ciarlatani che promettono di "unire amori impossibili". Tutto questo, ovviamente, è un inganno che può condurre soltanto sulla strada della schiavitù e della dipendenza.
Bisogna, ancora una volta, promuovere la cultura dell’impegno. Se vogliamo conquistare una ragazza, non compriamo un amuleto. Regaliamole un bel mazzo di fiori, dialoghiamo, cerchiamo di essere gentili e sinceri, apriamole il nostro cuore… In poche parole: sforziamoci. Non lasciamo che sia un oggetto a dominare la nostra vita.
Inoltre, è opportuno promuovere una sana cultura del limite. Educare a capire che nella vita non si può avere tutto. Bisogna saper accettare i propri limiti. Per essere felici, non è necessario assomigliare alle top model dei calendari. Non bisogna imitare i perfetti (ma irreali) protagonisti degli spot pubblicitari. E’ sufficiente essere sé stessi.
E poi, se non si riesce ad avere l’amore di una ragazza, non bisogna ricorrere ad un mago per sperare di cambiare la situazione. E’ salutare saper perdere. Accettare questa piccola sconfitta e rituffarsi nuovamente nella vita di tutti i giorni, cercando con rinnovato entusiasmo un amore nuovo.
Tutto questo potrà educare ad una migliore visione della vita e anche all’accettazione di eventuali momenti difficili e di sofferenza.
Oltre a questo, è necessario sviluppare un occhio più critico nei confronti dei messaggi che si ricevono dai mezzi di comunicazione. Ad esempio: i ragazzi non devono "bere" in modo passivo tutto ciò che dicono certi divi della musica rock. Dobbiamo aiutarli a riflettere, a capire, a rifiutare chi promuove la non-cultura della morte.
Non bisogna lasciarsi intrappolare da certe orribili filosofie. Se un cantante promuove la violenza, non dobbiamo più comprare i suoi dischi. Rivolgiamo i nostri applausi a quegli artisti che comunicano messaggi positivi e in favore della vita. I buoni esempi non mancano. Basta cercarli.
E’ questa la strada da percorrere per cambiare gli equilibri del mercato discografico. Un mercato spesso spietato, che punta a fare soldi sulla pelle dei giovani.
Prima di acquistare un compact disc, impariamo a chiederci che tipo di ideologia c’è dietro e quali messaggi vorrebbe trasmetterci. Altrimenti, i cantanti contro la vita continueranno a occupare i primi posti delle classifiche. Indisturbati.
Infine, credo che sia importante non essere pessimisti. I giovani cercano ed hanno bisogno di punti di riferimento precisi. Soltanto apparentemente sembrano cercare la vita spericolata e il "Fai ciò che vuoi". Ma in realtà non desiderano altro che ritrovare valori forti, buoni maestri, indicazioni di percorsi da seguire.
Alcune persone rimangono senza parole di fronte alla brutalità di omicidi come quello della suora di Chiavenna. Quando accadono episodi del genere, è facile esibirsi in commenti negativi sul vuoto di valori delle nuove generazioni. Ma lamentarsi serve a poco. E’ necessario, invece, rimboccarsi le maniche ed impegnarsi affinché certe cose non accadano più.
Un messaggio di speranza
Una splendida preghiera di Sant’Ambrogio, dice: "Vieni, Signore Gesù, ricerca la tua pecora spossata; vieni pastore: la tua pecora si è smarrita. Vieni senza cani, vieni senza cattivi guardiani, vieni senza il mercenario, vieni senza aiutanti e non inviare messaggeri: io aspetto ormai che venga tu in persona".
Tanti ragazzi, apparentemente trasgressivi e violenti, attendono soltanto di essere amati da qualcuno. Qualcuno che li capisca, li ascolti e li abbracci. E che li venga a cercare "senza cani" e "senza cattivi guardiani", offrendo loro, semplicemente, il messaggio del Vangelo. Un messaggio di salvezza per tutti. Non per pochi "eletti" (come accade nelle sette).
Vorrei concludere, a questo proposito, raccontando una storia bella, che può donare speranza a tutti noi. E’ la storia di una ragazza americana di diciassette anni: Cassie Bernall.
Questa ragazza è passata attraverso varie esperienze di trasgressione, come l’autolesionismo e il consumo di alcolici. Era ossessionata dalla morte e dai vampiri. Amava la musica satanica ed aveva perfino progettato di uccidere i suoi genitori.
A un certo punto, però, la vita di Cassie cambiò radicalmente. Iniziò a frequentare un gruppo cristiano di giovani e si innamorò di Gesù. Il Vangelo, nel suo cuore, cancellò completamente il passato.
Fu così che Cassie, appena diciassettenne, cominciò a portare ovunque la sua testimonianza di fede. Fino al giorno della sua morte, avvenuta in modo tragico il 20 aprile 1999.
Quella mattina, due ragazzi armati entrarono nella sua scuola, a Littleton (Colorado), ed uccisero tredici persone, tra studenti ed insegnanti.
Fu una strage di matrice anticristiana. Non a caso, prima di uccidere Cassie, i due ragazzi le chiesero: "Tu credi in Dio?". Lei rispose: "Sì". E allora, le spararono.
Forse, se avesse detto di no, l’avrebbero risparmiata. Ma attraverso quel "sì", Cassie aveva voluto dare testimonianza del suo coraggio e della sua fede. Oggi, infatti, tutti la ricordano come "la martire di Littleton".
Un giornalista del "Chicago Tribune" ha scritto che Cassie "fu messa alla prova e giustiziata da un compagno che rappresentava una cultura giovanile di violenza e di morte". La stessa cultura di morte che Cassie aveva sposato e poi abbandonato, nel nome del Vangelo.
Questo episodio rappresenta un grande segno di speranza per tutti. E’ la prova che i giovani possono uscire dalle esperienze negative ed arrivare, addirittura, a dare la vita per un ideale importante.
"Prima di essere una martire, Cassie è stata un’adolescente", ha scritto Misty Bernall, la mamma di Cassie, nel suo libro "Cassie B. L’istante di un sì", dedicato alla figlia uccisa. In queste semplici, ma illuminanti parole possiamo trovare la chiave di lettura di certi nostri dubbi e preoccupazioni.
I ragazzi, a volte, possono fare delle cose sgradevoli ed abbracciare ideologie di violenza e di morte. Ma non sono cattivi. Non lo sono mai. Devono soltanto ritrovare la via di casa, nel difficile labirinto della vita.
Per approfondire l’argomento si può consultare il sito Internet di Carlo Climati:
Bibliografia:
Carlo Climati, "I giovani e l’esoterismo. Magia, satanismo e occultismo. L’inganno del fuoco che non brucia" (Paoline Editoriale Libri).
Carlo Climati, "Il popolo della notte" (Paoline Editoriale Libri).