Il documento «Il sacerdote maestro della Parola».
Il Vangelo predicato nella Chiesa non è soltanto un messaggio ma un’iniziativa salvifica

Prof. Jose Vidamor Yu, Manila

 

In quanto maestro della Parola, il sacerdote ha anzitutto la vocazione e il ministero di proclamare la Parola di Dio. Questo mandato proviene non da un suo impulso personale ma da Dio che desidera parlare al suo popolo. Per questo motivo, il documento sottolinea che «il vangelo predicato dalla Chiesa non è semplicemente un messaggio, ma un esperienza divina e donatrice di vita per coloro che credono, ascoltano e ricevono il messaggio e gli prestano ubbidienza». Colui che si rivolge al popolo e lo invita ad accogliere la fede non è il sacerdote ma Dio stesso, il quale tocca il cuore di ogni individuo mediante la Parola predicata. I ministri della Parola di Dio sono strumenti dell’azione salvifica di Dio.

 

La Parola predicata come forza

     La Parola di Dio predicata è divinamente ispirata. Dio è colui che viene per intervenire nella storia degli uomini e parla all’uomo nel suo intimo. Attraverso la predicazione e la proclamazione della sua Parola, Dio incontra il suo popolo e lo chiama alla fede. Credere nella Parola è una forza per la salvezza umana. Quindi ogni atto di predicazione deve essere sostenuto dalla Parola di Dio, poiché è salvifico e un’effusione della grazia di Dio. Dei Verbum ricorda che «nella parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa» (DV 21). La Chiesa continua ad esistere grazie alla potenza della Parola di Dio proclamata e vissuta. La persistenza nella predicazione è la vocazione primaria del sacerdote, che rafforza la fede di coloro che ascoltano. Questa predicazione avrà «il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati» (At 20,32).

     Il potere della Parola predicata è collegato al ministero che il sacerdote ha ricevuto nel sacramento dell’ordine sacro. Nel suo ministero, il sacerdote rende concreto questo dono e il dono di fede che è suscitato attraverso la Parola di Dio predicata. La fede nasce dall’ascolto ed essa stessa è l’ascolto della Parola di Dio (cfr. Rm 10,17). L’autorità ricevuta dal sacerdote e il suo compito profetico di spiegare e proclamare la Parola di Dio provengono dalla potenza dello Spirito santo che edifica la fede negli ascoltatori. La Parola di Dio è la fonte del potere che trasforma le menti e i cuori degli ascoltatori.

     Grazie alla Parola di Dio predicata, il fedele interiorizza il fatto che Dio comunica costantemente con il suo popolo attraverso la Chiesa. La Parola è piena dell’autorità e del potere di fare sì che gli ascoltatori che lo desiderino sentano i loro cuori pieni di stupore e di timore. Nelle Scritture ci viene detto che i discepoli di Cristo erano rimasti meravigliati per il modo in cui insegnava sul Regno di Dio. Paolo VI descrive Cristo che compie questa proclamazione del regno di Dio attraverso la predicazione incessante di una parola che, in una certo modo, non aveva paragone: ecco un insegnamento che è nuovo e autorevole. Cristo si guadagnò l’approvazione di tutti e tutti erano meravigliati dalle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. Mai nessuno ha parlato come lui. Le sue parole rivelano il mistero di Dio, il suo piano e la sua promessa e in tal modo mutano il cuore dell’uomo e il suo destino (cfr. EN 11).

 

La parola predicata come presenza di Dio

     In ogni celebrazione della liturgia il sacerdote è unito allo Spirito santo, il quale manifesta la sua presenza permanente nel ministero che si trova sempre in comunione con l’azione salvifica di Cristo in particolare mediante il sacramento della Santa Eucaristia. Ogni volta che la Parola di Dio viene predicata, il sacerdote, il quale agisce in persona Christi, fa sì che Dio venga sentito e si renda presente in mezzo alla Chiesa che si riunisce per celebrarlo. Dio parla al suo popolo attraverso il ministero ordinato. La volontà di Dio è che gli uomini abbiano accesso al mistero della Trinità e diventino partecipi della natura divina. Dio esprime con parole umane il suo piano di salvezza così come aveva parlato molte volte attraverso i profeti. L’uomo percepisce la presenza di Dio nella Chiesa nei suoi ministri e nella parola pronunciata.

     Quando il sacerdote agisce in persona Christi, il potere di rendere Dio presente tra il popolo sgorga dall’identità sacerdotale. Questa identità è una partecipazione al sacerdozio di Cristo. Quando predica la Parola di Dio, il sacerdote si trasforma nell’immagine sacramentale di Cristo presente in mezzo al suo popolo. Crediamo che Cristo parla nella Chiesa e per la Chiesa poiché questa è in ogni momento il sacramento della presenza di Dio nel mondo. Le azioni sacramentali del sacerdote sono il prolungamento della missione di Cristo in questo mondo, poiché la vita e la missione del sacerdote sono collegate alla presenza e all’identità salvifica di Cristo in questo mondo. I sacerdoti diventano autentici ministri della Parola di Dio in virtù della loro consacrazione e della loro missione di rendere manifesta la presenza di Cristo nel mondo, in particolare mediante i sacramenti.

     La celebrazione eucaristica è il culmine della vita cristiana. Cristo è presente in ogni assemblea in cui i fedeli si riuniscono nel suo nome (cfr. Mt 18,20). Egli è presente anche nella persona del ministro in «nomine Christi et nomine Ecclesiae». Si trova presente anche nella Parola, poiché Dio stesso è colui che parla in ogni circostanza in cui la Parola di Dio viene proclamata. Cristo è presente anche sotto le forme sacramentali del pane e del vino in una maniera unica e reale. La Parola di Dio aduna la comunità di fede e la rende capace di esprimere nella propria vita e anche agli altri il mistero di Cristo e, al tempo stesso, la reale natura della vera Chiesa (cfr. 2).

 

La parola predicata come vita

     La Parola di Dio è vita. È compito del sacerdote predicare affinché il popolo di Dio venga guidato alla santità di vita. La Parola di Dio che viene predicata incoraggia il cristiano a impegnarsi con Cristo che è la Via, la Verità e la Vita.

     Nelle Sacre scritture, Dio è visto come un Dio che desidera la vita dell’uomo. Dio ha parlato per mezzo di uomini scelti e in maniera umana per comunicare loro efficacemente tutto ciò che rientrava nel suo piano divino. Dal Nuovo Testamento sappiamo che il piano di Cristo era di edificare il Regno di suo Padre qui su questa terra e che parlava agli uomini nelle sinagoghe, negli incontri personali e con parabole. Giovanni Paolo II esorta i sacerdoti a trasmettere la volontà di Dio ai fedeli così come Cristo aveva fatto nel suo tempo con i suoi discepoli. Afferma infatti che «i sacerdoti esistono e agiscono per proclamare il Vangelo al mondo e per edificare la Chiesa nel nome e nella persona di Cristo che è il loro capo e pastore» (PDV 15). Ad ogni modo, il sacerdote deve costruire una solida relazione con Gesù Cristo per poter essere un predicatore efficace della Buona Novella.

     Ogni volta che la Parola di Dio viene predicata, i fedeli di Cristo rievocano la vita del Salvatore, il quale, sotto la forma di un uomo e nella carne, ha umilmente preso su di sé una natura umana capace di sofferenza e di morte al fine di consacrare tutti gli esseri umani mediante il suo stesso Sangue. La Parola di Dio predicata consente ai cristiani di rievocare la promessa di Cristo di dare vita a coloro che credono in lui. Coloro che accettano sinceramente la Parola di Dio trovano la vita e si radunano nel nome di Cristo, mentre attendono l’arrivo del Regno che si realizzerà nella comunità dei credenti. I credenti si riuniscono per edificare il regno di Dio qui sulla terra e per viverlo e lo fanno continuamente nel nome di Gesù per essere testimoni della Parola di Dio che è donatrice di vita. Diventano compartecipi dei valori del Regno, poiché vengono evangelizzati e a loro volta si trasformano in evangelizzatori.

     La Chiesa ha un’altissima stima per quei missionari che hanno predicato con coraggio la Parola di Dio nelle terre di missione e sono morti nell’esercizio dei loro sacri doveri. Il potere della Parola di dare vita ha fatto di loro dei testimoni di Cristo e ha portato frutti abbondanti. L’ascolto della Parola fa che il fedele si apra alla vita dello Spirito. Se siamo fermamente ancorati nella Parola di Dio, lo Spirito ci guida a una esperienza immediata, seppure parziale, di Gesù, la Parola di vita: lo hanno visto con i loro occhi, udito con le loro orecchie, toccato con le loro mani (cfr. 1 Gv 1,1).

 

La Parola predicata come edificazione della comunità

     La Parola di Dio predicata edifica la comunità cristiana, cioè la Chiesa. È attraverso la Parola di Dio predicata che l’uomo viene a sapere del piano salvifico di Dio e della sua intenzione di formare la comunità cristiana. Il compito primario dei sacerdoti in quanto collaboratori dei vescovi è la predicazione della Buona Novella e agire affinché gli uomini capiscano che il divino piano di salvezza si manifesta nel contesto della vita comunitaria. Nessuno può essere salvato se prima non ha creduto. Attraverso la proclamazione della Parola, l’intera comunità dei fedeli riceve da Dio un’unzione particolare che la protegge dall’errore nelle questioni di fede. Perciò, la comunità dei fedeli nasce e cresce grazie alla fede (cfr. PO 12). La formazione della comunità di fede è il frutto della partecipazione del sacerdote all’ufficio profetico di Cristo. La Parola di Dio predicata fa nascere una comunità di testimoni dell’amore incondizionato di Dio. La comunità dei testimoni si riunisce nell’offerta a Dio di un sacrificio di lode, il frutto delle labbra che lodano il suo nome (cfr. PO 12).

     Anche se la predicazione della Parola di Dio è il primo compito missionario dei sacerdoti, non va dimenticato il loro senso di comunione con i loro vescovi, che è un elemento essenziale della comunione ecclesiale. Il sacerdote che predica la Parola di Dio è unito al suo vescovo in uno spirito di collaborazione. L’unità o fratellanza dei sacerdoti con i loro vescovi dovrebbe essere un saldo punto di avvio per una predicazione efficace della Parola di Dio, il cui scopo è l’edificazione della comunità dei credenti. Il Vaticano II afferma che «Nessun presbitero è in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto» (PO 7).

     La comunità riunita per ascoltare la Parola di Dio predicata è una comunità della speranza. Ogni celebrazione liturgica ha lo scopo di edificare coloro che fanno parte della Chiesa, facendo di essi un santo tempio del Signore, una dimora di Dio nello Spirito. La liturgia incrementa mirabilmente la capacità della comunità di predicare Cristo e manifesta la Chiesa come un segno alzato in mezzo alle nazioni (cfr. SC 2). Nella comunità riunita nell’ascolto della Parola di Dio e nella celebrazione dei sacramenti, il fedele si unisce a Cristo nella sua passione e nella sua glorificazione in maniera reale e autentica. È veramente qualcosa di speciale se una comunità si riunisce di fronte alla Parola di Dio predicata, poiché in essa avviene una vera condivisione del corpo del Signore nella frazione del pane eucaristico che rende più intensa la comunione con Cristo e degli uni con gli altri (cfr. LG 7).

 

La Parola predicata come speranza

     La Parola di Dio predicata è la sorgente della speranza umana. L’uomo deposita la sua speranza nelle promesse di Dio e si affida alla sua Parola. Il salmista afferma che «Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera» (Sal 32,4). Gli ascoltatori della Parola trovano speranza nella Parola di Dio predicata, mentre il predicatore della Parola percepisce il potere della Parola che predica. Giustamente il documento dice che «la proclamazione del Vangelo da parte dei sacri ministri della Chiesa è, un serto senso, una partecipazione allo stesso carattere salvifico della Parola, non soltanto perché parlano di Cristo, ma perché proclamano il Vangelo ai loro ascoltatori con quel potere di convocarli che proviene dalla loro partecipazione alla consacrazione e alla missione della Parola di Dio incarnata».

     La predicazione della Parola di Dio dà speranza alla Chiesa. La partecipazione del sacerdozio ministeriale al sacerdozio di Cristo diventa il fondamento e l’occasione della testimonianza resa alla Parola che viene proclamata. Il Vaticano II ci ricorda che i sacerdoti dovrebbero testimoniare sempre Cristo e dare ragione a chiunque lo chieda dei motivi della speranza nella vita eterna che si trova in essi. Il sacerdote istruisce e guida il popolo sacerdotale e celebra i sacramenti della speranza, in particolare il sacrificio eucaristico, e lo offre a Dio a nome del popolo (cfr. LG 10).

     La speranza è il dono di Dio alla Chiesa mediante la «parola predicata». La Chiesa ha la vocazione di leggere i segni dei tempi. Ha anche la responsabilità di offrire una risposta alle domande che gli esseri umani ripropongono continuamente sul senso della vita su questa terra e sulla vita futura (GS 4). Mediante la parola detta da Dio, l’uomo capisce i suoi aneliti, le sue aspirazioni e le sue speranze e li collega a ciò che Dio desidera per la sua vita. Le confusioni provocate dalla crisi della tecnologia, dalla secolarizzazione e da altre forme di scetticismo esigono che l’uomo abbia delle certezze quando sogna una autentica trasformazione umana e sociale. L’ascolto assiduo della Parola di Dio suscita un senso di speranza e di rinnovamento che è al tempo stesso il dono di Dio e la risposta dell’uomo alla Sua grazia misericordiosa.

     La Parola di Dio richiede evangelizzatori pieni di speranza. Essi non dovranno essere soltanto annunciatori, ma anche testimoni della Parola. Un’evangelizzazione efficace richiede messaggeri che siano esperti in umanità, ciò che significa che devono camminare assieme agli uomini e alle donne, con le loro gioie e con i loro dolori, con i loro timori e le loro ansie, con la loro disperazione e con la loro speranza nelle loro vite. La nuova evangelizzazione richiede nuovi evangelisti (cfr. PDV 2). La spinta della nuova evangelizzazione è esigente e richiede anche che la speranza venga manifestata attraverso una preghiera personale sviluppata. Dall’incontro personale con il Signore, l’evangelista può trarre lo zelo per la proclamazione della Parola di Dio. La preghiera autentica implica una conversione personale, la partecipazione ai sacramenti e il servizio pastorale ad opera del nuovo evangelizzatore.