Il diritto nativo della Chiesa di
predicare il Vangelo (cfr. CIC can. 747,1)
Il diritto innato che possiede
Dalla
prospettiva filosofico-umanistica diventa necessaria
l'analisi antropologica della struttura trascendentale dell'essere umano, che
include la sua proiezione verso il trascendente e, pertanto, l'esperienza
innata che ha l'uomo di Dio e che si esprime in formule religiose. Questo rende
possibile altresì, in un'altra prospettiva, che noi esseri umani abbiamo il
diritto di vivere e comunicare questa esperienza.
Troviamo la sintesi di questa realtà nella Dichiarazione "Dignitatis humanae" sulla
libertà religiosa al n. 3: "Infatti l'esercizio della religione, per
sua stessa natura, consiste anzitutto in atti interni volontari e liberi, con i
quali l'essere umano si dirige immediatamente verso Dio: e tali atti da
un'autorità meramente umana non possono essere né comandati, né proibiti. Però
la stessa natura sociale dell'essere umano esige che egli esprima esternamente
gli atti interni di religione, comunichi con altri in materia religiosa e
professi la propria religione in modo comunitario."
Nell’ottica della modernità che enfatizza la libertà dell'individuo nei confronti della struttura dello Stato e il diritto alla libera espressione delle sue credenze, troviamo nella Dichiarazione dei Diritti umani delle Nazioni Unite una formulazione che vincola le nazioni che l’hanno sottoscritta. In effetti nel prologo si dice che occorre postulare un ordinamento in cui si riconoscano i diritti umani "come l'aspirazione più elevata dell'uomo, l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani, liberati della paura e della miseria, godano della libertà di parola e della libertà di credere", e nell'Art. 18: "ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; questo diritto include la libertà di cambiare religione o credenza, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria credenza, individualmente e collettivamente, tanto in pubblico come in privato, attraverso l'insegnamento, la pratica, il culto e l'osservanza." Si vedano anche gli articoli 19 e 20 i quali, sebbene non trattino il tema religioso direttamente, tuttavia parlano della libera associazione ed espressione di opinione.
Anche se non esistessero questi
punti di riferimento,