(Prof. Jose Vidamor B. Yu, Manila)
Il Direttorio sul Ministero e la Vita del Presbitero sottolineava che c'è una "relazione essenziale" tra la maternità di Maria e il sacerdozio di Cristo. La spiritualità mariana è radicata in ogni sacerdote. (n. 68) Se la maternità di Maria è in stretta relazione con il sacerdozio di Cristo, ci sarà una relazione profonda tra ministero sacerdotale ed il mistero dell'Incarnazione. L'amore di Dio è incarnato nella comunità dei credenti attraverso il ministero del sacerdote. Giovanni Paolo II nella sua lettera ai sacerdoti del Giovedì Santo del 1996 aveva detto che il sacerdote è compartecipe a molte scelte di vita diverse, a sofferenze e gioie, a delusioni e speranze. In ogni situazione, il suo compito è mostrare Dio all’uomo come lo scopo finale della sua esistenza personale. Come Maria rese Gesù manifesto al mondo facendolo nascere, similmente il sacerdote fa vivere la Parola nel mondo attraverso il suo ministero e la sua missione. Giovanni Paolo II prosegue dicendo che "il sacerdote diviene colui al quale le persone confidano le cose a loro più care e i loro segreti, che qualche volta sono molto dolorosi. Egli diviene colui che l'ammalato, l'anziano e il moribondo attendono, consapevoli come sono che solamente lui, compartecipe del sacerdozio di Cristo, può aiutarli nel viaggio finale che consiste nel condurli a Dio". L'amore di Dio viene sperimentato e incarnato attraverso il ministero sacerdotale.
Il Sacerdote in Unione
con Cristo
La relazione essenziale tra Maria e il sacerdozio ministeriale si trova nella maternità divina di Maria e nel sacerdozio di Cristo. Maria ha un’intimità particolarmente stretta con Gesù Cristo e questa intimità è paragonabile a quella che ci si aspetta che un sacerdote abbia e coltivi in virtù del suo ufficio. È attraverso il ministero del sacerdote che Gesù il Salvatore continua a dare la vita divina al mondo. Giovanni Paolo II vi fece eco quando desiderò che il 2000 fosse l’Anno dell’Eucaristia, perché Dio rivela continuamente ed offre la Sua grazia all’uomo: "l'anno 2000 sarà intensamente eucaristico; nel Sacramento dell'Eucaristia il Salvatore, che si fece carne venti secoli fa nel grembo di Maria, continua a proporsi all’umanità come la sorgente della vita divina". (MND 7)
Così come l'Eucaristia è inseparabile dalla Chiesa, anche Maria è inseparabile dall'Eucaristia. Maria diede alla luce Cristo, mentre l'Eucaristia è il sacramento della presenza di Cristo nel mondo. La Chiesa continua ad acclamare Maria come la "Donna dell'Eucaristia" perché il modello per una spiritualità eucaristica è Maria. Lei non solo concepì Gesù nel suo grembo ma diviene continuamente una guida verso la contemplazione eucaristica e la spiritualità eucaristica. La sua relazione intima con Gesù è l'inspirazione che il sacerdote riceve come dono quando celebra i sacramenti della Chiesa. L'Eucaristia nutriva i santi perché l'Eucaristia era la fonte del loro nutrimento spirituale. Il sacerdote dovrebbe trarre inspirazione dalla Beata Vergine Maria perché la sua vita intera fu incarnava l’intero significato dell'Eucaristia. "La Chiesa, che guarda a Maria come un modello, è chiamata anche a imitarla nella sua relazione con questo santissimo mistero". (MND 31)
Il sacerdote rende la
Parola presente nel mondo
Il ministero del sacerdote è strettamente collegato con la dimensione mariana dell'Incarnazione perché, attraverso il sacerdote, la Parola di Dio può essere presente nel mondo. Così come Maria diede alla luce Cristo e lo rese manifesto, il sacerdote rende la Parola di Dio presente nel mondo. Maria diede gloria a Dio e svolse la sua parte nella salvezza dell’uomo attraverso il suo "fiat" ed attraverso la nascita al Figlio di Dio. Il sacerdote, tuttavia, sia che si dedichi alla preghiera e all'adorazione, o che predichi la Parola o celebri l'Eucaristia e gli altri sacramenti, o eserciti gli altri servizi a beneficio degli uomini, contribuisce allo stesso tempo ad accrescere la gloria di Dio e alla crescita degli uomini nella vita divina (cf. PO 2). Il mistero dell'Incarnazione manifestò Gesù come l'espressione concreta dell'amore di Dio ed il Suo intervento negli affari umani per santificare il genere umano. Similmente, il sacerdote che celebra i sacramenti, e specialmente la Santa Eucaristia, fa di Cristo il centro dell’assemblea e rende manifesto l'amore concreto di Dio nel mondo attraverso la celebrazione della Parola e dell'Eucaristia.
Una delle relazioni essenziali tra il ministero e la vita del sacerdote e il mistero dell'Incarnazione è che entrambi sono focalizzati sull'invito a adorare Cristo come il Salvatore del mondo. Il sacerdote conduce la comunità eucaristica all’adorazione, il che è simile a quello che fece Maria quando presentò il Bambino Gesù ai Magi perché lo adorassero. Giovanni Paolo II ci ha spinto a riflettere che quell’atto del sacerdote è simile all'atto di Maria di presentare Cristo come il centro dell'adorazione. Il Papa ha detto che nella Solennità della Nascita di Cristo la Chiesa adora il Salvatore e allo stesso tempo venera la Sua gloriosa Madre. Nell'Epifania, quando celebra la chiamata universale alla salvezza, la Chiesa contempla la Beata Vergine, la vera Sede della Sapienza e la vera Madre del Re, che presenta ai Magi il Redentore di tutti i popoli perché lo adorino (cf. Mt 2, 11; Marialis Cultus 5). Maria condusse quelli che videro il Bambino ad atti di adorazione, e similmente il sacerdote trova la sua specifica collocazione nella celebrazione della liturgia conducendo l’intera assemblea verso forme autentiche di adorazione.
Il Mistero
dell'Incarnazione: la Rivelazione della Misericordia di Dio
Il mistero dell'Incarnazione è l’atto definitivo di Dio nel rivelare la Sua misericordia nei confronti dell’uomo. Attraverso Cristo, l’uomo viene a conoscere Dio nel mistero più profondo del Suo essere. "Facendolo conoscere" attraverso Cristo noi conosciamo soprattutto Dio nella Sua relazione d’amore per l’uomo. La sua natura invisibile diviene più visibile in un modo speciale, incomparabilmente più visibile che attraverso tutte le altre cose che sono state create. (cf DM 2). Attraverso il mistero dell'Incarnazione, Dio non solo si rende più visibile ma la Sua misericordia diviene più sperimentata e più alla portata dell’uomo. Se tramite l'Incarnazione Dio ha dato alla vita umana la dimensione che Lui voleva che l’uomo avesse sin dal primo inizio e gli ha accordato definitivamente quella dimensione nel modo che è peculiare a Lui solo, nel custodire il Suo amore eterno e la Sua misericordia, il ministero del sacerdote continua l'atto salvifico che Dio ha iniziato nel mondo (cf RH 1).
Il sacerdote incarna e rende visibile la misericordia di Dio. In un mondo che sembra opporsi al Dio della misericordia, sembra escluderlo dalla vita dell’uomo e rimuoverlo dal cuore umano, il sacerdote porta testimonianza ad un Dio che è "ricco di misericordia", nel desiderio di riportare l’uomo alla sua dignità originale. Questo perché la Chiesa proclama la verità della misericordia di Dio rivelata nel Cristo crocifisso e risorto, e lo professa in vari modi (cf DM 15). La Chiesa è sempre stata un agente di missione nel portare testimonianza della misericordia di Dio in Cristo. La Chiesa presenta e incarna la misericordia di Dio nel cuore di ogni cristiano, specialmente nel Sacramento della Riconciliazione. Inoltre, la Chiesa non solo proclama la misericordia di Dio ma resta fedele ad essa in mezzo a un mondo intriso di peccato. Nel nome di Cristo e attraverso il ministero della Chiesa, il sacerdote professa la misericordia di Dio così come ci è stata trasmessa dalla Rivelazione di generazione in generazione. I sacramenti celebrati dal sacerdote, soprattutto l'Eucaristia, portano ogni cristiano sempre più vicino a Cristo. Come il mistero dell'Incarnazione ha portato Cristo sempre più vicino all’umanità, il sacerdote, attraverso i sacramenti che celebra, porta Cristo più vicino e lo colloca in un luogo unico nel cuore dell’uomo. Il sacerdote incoraggia tutti i cristiani a mettere in pratica la misericordia. Cristo infatti esortò i suoi discepoli ad essere misericordiosi, affinché a loro volta potessero ricevere misericordia (cf Mt 5, 7).
Il sacerdote come un
discepolo di Cristo
Maria è il modello di tutti i sacerdoti. Lei è considerata come il “discepolo perfetto" di a Cristo. Durante l'Annunciazione, Maria divenne una vera servitrice della parola di Dio. Ascoltò l'angelo e credette alle sue parole. Maria divenne un modello delle virtù cristiane. Attraverso le esperienze vissute a Nazareth come una serva modesta e umile, così come tramite i sacrifici che lei aveva sostenuto quando aveva concepito il Bambino nel suo grembo, la sua paziente sopportazione delle prove a cui era stata sottoposta nell'allevare Cristo, specialmente quando Erode voleva prendere la vita del Bambino, avevano fatto di lei "la serva del Signore". Nella vita e nel ministero del sacerdote, " A Maria, quindi, il presbitero guarderà per essere ministro umile, obbediente, casto e per testimoniare la carità nella donazione totale al Signore e alla Chiesa” (Direttorio sul Ministero e la Vita del Presbitero, 68)
Il mistero dell'Incarnazione attraverso la Beata Vergine Maria diviene un ideale di purezza "senza macchia né ruga", "santa e immacolata" per il sacerdote. Il Direttorio ci ricorda a questo proposito che "Questa contemplazione della beata Vergine pone dinanzi al presbitero l'ideale a cui tendere nel ministero della propria comunità, affinché pure questa sia « Chiesa tutta gloriosa » mediante il dono sacerdotale della propria vita” (Direttorio sul Ministero e la Vita del Presbitero, 68)
Il mistero dell'Incarnazione serve da ispirazione di discepolato. Al pari di Maria, che ha ascoltato e ha messo in pratica la parola di Dio, similmente i sacerdoti sono chiamati ad essere discepoli di Cristo ascoltando e mettendo in pratica la parola di Dio. Come la Chiesa continua l’opera della redenzione nel mondo oggi, il ministero sacerdotale trae continuamente la sua inspirazione da una profonda spiritualità mariana. La Maternità di Maria nella Chiesa si colloca nell'ordine della fede, della carità e dell’unione perfetta con Cristo (cf LG 63). I sacerdoti, in virtù del posto unico che occupano nel mondo, sono chiamati a essere ministri per rendere possibile questa unione oggi. La Maternità di Maria è manifestata attraverso la sua fede e la sua obbedienza, che hanno dato la luce sulla terra al Figlio stesso del Padre, non attraverso la conoscenza di un uomo ma per opera dello Spirito Santo (cf LG 63). Nella stessa maniera, il ministero dei presbiteri rappresenta un privilegio e una sfida per incarnare il Verbo in ogni cultura e in ogni popolo.
I presbiteri come segni
di speranza
Il mistero dell'Incarnazione è il segno della speranza di Dio per il mondo. Attraverso Maria la Chiesa intraprende un cammino verso una comprensione più profonda del mistero di Cristo. Tramite l'Incarnazione, Maria viene introdotta nel mistero di Cristo. In tal modo, il sacerdote che è formato dalle virtù di Maria diviene un ministro di Dio che introduce il mistero dell'Incarnazione nei cuori dei fedeli. Attraverso il mistero dell'Incarnazione, l’uomo è pienamente immerso nel mistero di Cristo. Giovanni Paolo II ha detto che solamente nel mistero del Verbo incarnato il mistero dell’uomo assume luce (cf RM 4). Attraverso la fede, Maria cominciò il suo viaggio verso l’unione con Cristo. Attraverso la fede, il sacerdote è chiamato e inviato a percorrere la strada con Maria che conduce al mistero di Cristo.
Il mistero dell'Incarnazione è il dono di Dio della speranza per la Sua gente. È attraverso di esso che l’uomo trova la sua speranza per la salvezza. Il sacerdote è chiamato a predicare al popolo di Dio sul mistero dell'Incarnazione perché Cristo è la Via che porta al Padre. Cristo è il modello supremo al quale il discepolo deve conformare la propria vita. Come Cristo divenne il segno vivente dell'amore del Padre, similmente i sacerdoti dovrebbero essere segni viventi della speranza diventando strumenti della misericordia di Dio. "I presbiteri dovrebbero considerarsi perciò segni viventi e portatori di quella misericordia che essi stessi offrono, non come se fosse propria, ma come un dono gratuito di Dio. Essi diventano in tal modo servitori della misericordia di Dio” (Card. Dario Castrillon Hoyos).