INDIVIDUALISMO E RELATIVISMO NELLA CULTURA DI OGGI

Prof. Gary Devery, Sydney

 

Lunedì 18 Aprile 2005, il Cardinal Ratzinger, in qualità di Decano del Collegio Cardinalizio, pronunciò l’Omelia per la Santa Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice”, indicando ai Cardinali riuniti la sfida che il Papa successivo si sarebbe trovato ad affrontare con la verità di Gesù Cristo. La grande sfida di oggi è quella del relativismo:

“Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.”

Il relativismo e l’individualismo sono conseguenze della perdita da parte dell’uomo del suo orientamento più fondamentale. Pensando e vivendo come se Dio fosse assente, irrilevante, inutile o “morto”, l’uomo ha spezzato le tavole del Decalogo, che ora percepisce come precetti morali infantili, obsoleti e superstiziosi. Egli percepisce la scienza come l’unico alimento concreto che gli permette di crescere verso la maturità, l’età adulta, con il suo destino, e quello del mondo intero, nelle sue mani. Il vero e il buono sono stati sostituiti dalla freddezza del fattibile. Dal momento che il suo orientamento fondamentale non è più diretto verso il cielo, l’uomo oggi si trova ripiegato sul proprio io. In tal modo, individualismo e relativismo si alimentano a vicenda e diventano un vortice che trascina la dignità della persona umana verso il basso, verso la più antica delle schiavitù, quella di essere prigionieri dell’”Io”.

Le ideologie contrapposte del secolo scorso si sono infine scontrate e messe in scacco a vicenda, se non tramite un vero e proprio conflitto, almeno attraverso una specie di “guerra fredda”. Il movimento verso la globalizzazione delle culture contemporanee fa sorgere un pericolo ancora maggiore: il rischio della dittatura planetaria del relativismo. L’assolutizzazione del diritto dell’individuo dà origine a valori e tipologie morali della società che si adattano al minimo denominatore comune tollerato dalla volontà o dall’apatia della maggioranza. A titolo di esempio, basta guardare la situazione dei bambini non nati in questa globalizzazione della cultura dell’individuo in un contesto di gravidanza. I diritti degli adulti sono oggi collocati, quasi in tutto il mondo, al di sopra dei diritti dei più vulnerabili nel nostro mondo, i bambini nel grembo materno. La ricerca sulle cellule staminali che utilizza embrioni umani costituisce ora la nuova frontiera su cui si gioca la dittatura planetaria del relativismo.

Il relativismo e l’individualismo come misure della vita minacciano l’umanità con la creazione di una cultura planetaria della morte.

Nella stessa omelia precedentemente citata, Papa Benedetto, quando era ancora Cardinale, indicava anche una via d’uscita da questa situazione. E’ lo stesso percorso che ha guidato l’umanità fuori dalle situazioni buie nel passato:

“Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità.