La sicurezza del magistero petrino contro il soggettivismo ed il relativismo

(Prof. Jose Vidamor B. Yu, Manila)

 

Il magistero petrino rappresenta uno degli aspetti più importanti della Chiesa Cattolica. Occupa un posto preminente nell’insegnamento cattolico, soprattutto in materia di fede e morale. Grazie al magistero, la Chiesa Cattolica comunica e professa al mondo la verità su Cristo. Cristo ha dichiarato: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gio 8:32). Il Concilio Vaticano II reitera che è dovere della Chiesa proclamare ed insegnare con autorità, tramite il magistero, la verità che è Cristo. La missione della Chiesa consiste nel dichiarare e confermare, in virtù della propria autorità, i principi morali insiti nella natura umana (cfr. DH 14).

 

Il magistero al servizio di Cristo

Il magistero petrino della Chiesa è sempre al servizio di Cristo. Esercita la propria autorità di insegnare i valori del Regno di Dio nel mondo. Il magistero è depositario della Verità e confuta e rigetta l’errore. È pertanto obbligo di ogni cattolico aderire agli insegnamenti del magistero. Lumen Gentium ci ricorda che i pronunciamenti del Pontefice devono essere accettati con riverenza (cfr. LG 25). In un mondo che insegue il relativismo morale, sulla Chiesa ricade l’obbligo di ripristinare i valori cristiani. Benedetto XVI ha definito il relativismo come il primo male che la Chiesa di oggi si trova a dover continuamente combattere.

Aderire alle verità fondamentali di Cristo e della Chiesa non significa inficiare la libertà umana. L’adesione alla verità consolida la libertà umana. La Chiesa continua a proclamare la verità e a salvaguardarla dall’incalzante soggettivismo e relativismo. Una nuova evangelizzazione ed una nuova catechesi porteranno l’essere umano al raggiungimento del proprio fine ultimo e alla propria realizzazione.

 

Il magistero e la santità

Il relativismo viene definito come un pensiero ed una pratica filosofica che considera tutti i punti di vista come parimenti validi e la verità come un concetto relativo all’individuo. Il magistero, invece, è tenuto a proclamare verità assolute, perché è responsabile della santità dei fedeli. Il magistero deve promuovere i principi ispiratori della Chiesa, sanciti nei documenti del Concilio Vaticano II, e scrutare attentamente i segni dei tempi (cfr. GS 4). Il magistero difende i principi veri e respinge quelli falsi. I vescovi sono tenuti ad occuparsi del bene del proprio gregge, nonché del bene della Chiesa e della santità dei fedeli (cfr. LG 22).

La perdita di obiettività degli standard morali ha spinto molti fedeli in una “crisi della fede”. La gente, oggi, prende decisioni senza includere Dio in tutti gli aspetti delle proprie azioni. Le verità non sono determinate dai sondaggi o dai punti di vista individuali. In questo caso, l’uomo si considera indipendente dalle verità assolute, diventando creatore autonomo dei propri valori e verità morali. Proteggere il magistero petrino significa restaurare la base della libertà umana che è la Verità Divina. La Chiesa mette in guardia contro i pericoli di una propria moralità soggettiva. La Chiesa proclama che la vera autonomia morale si realizza solo nella libertà umana e nella legge di Dio. È nella Verità che la libertà dell’uomo diviene genuinamente umana e responsabile. Ai nostri giorni, abbiamo bisogno di proteggere maggiormente il deposito di fede, che sarà il nostro cammino verso la santità di vita.