IL MODELLO DELLA “ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO” E LE SUE RADICI NELLA
DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Di S. E. Mons. Dr. Gerhard Ludwig Müller
Chi parli oggi di economia sociale di mercato non può ignorarne il
radicamento nella dottrina sociale cattolica. In fin dei conti, l’economia
sociale di mercato non è un sistema economico puro, concentrato esclusivamente
sulla massimizzazione del profitto, bensì mira a coinvolgere l’uomo, in quanto
portatore del fattore lavoro, nel sistema dei processi economici del lavoro e
del mercato.
Nella storia, è facile ritrovare esempi delle aberrazioni derivanti da un
sistema economico che emargini la persona umana: il comunismo, ad esempio,
disgrega l’uomo nel processo di produzione, privandolo dei suoi talenti e della
sua creatività individuali. Un sistema d’economia di mercato orientato
puramente al successo finanziario vede nella persona solo un mezzo di
moltiplicazione del profitto.
Il collante che lega mercato, lavoro e capitale, ovvero l’equità delle
remunerazioni e degli obblighi, è il risultato della dottrina sociale
cattolica. Essa considera l’uomo come una componente integrante del bene comune
cui ognuno deve contribuire. Il cardinale Joseph Höffner ha parlato di una
“giustizia del bene comune” che riconduce tutti i principi sociali al bene
della comunità.
In occasione del centenario della Rerum
novarum, Papa Giovanni Paolo II
pubblicò la sua terza enciclica sociale, Centesimus annus. Ivi scrisse il pontefice: “In tal modo il
principio, che oggi chiamiamo di solidarietà, (...) è più volte enunciato da
Leone XIII col nome di “amicizia” (...). Da Pio XI è designato col nome non
meno significativo di ‘carità sociale’, mentre Paolo VI, ampliando il concetto
secondo le moderne e molteplici dimensioni della questione sociale, parlava di civiltà
dell'amore” (AAS 83 (1991) 805).
Queste righe descrivono, da un canto, la continuità con la quale la Chiesa
ha sempre affrontato le sfide sociali ed economiche dei tempi e, d’altro canto,
l’impegno con il quale essa ha saputo influenzare i processi economici.
I principi duraturi della dottrina sociale – la dignità della persona
umana, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà ‑ alla luce
della ragione e della fede, veicolano la verità sull’uomo e sul suo radicamento
sociale. Quando l’economia si pone questi compiti fondamentali, l’economia di
mercato diviene veramente sociale, perché non perde di vista il bene dell’uomo.
Equità di trattamento economico, riconoscimento della prestazione lavorativa,
il rapporto tra capitale e lavoro possono essere durevolmente improntati alla
responsabilità sociale se coloro che governano la vita economica si orientano
ai fondamenti della dottrina sociale cattolica. Solo nella dottrina sociale
cattolica, il lavoratore viene considerato un essere umano che trova sé stesso
nella sua attività e diviene soggetto dell’economia e del mercato.
“Pertanto questa è la norma dell'attività umana: che secondo il disegno di
Dio e la sua volontà essa corrisponda al vero bene dell’umanità, e che permetta
all’uomo, considerato come individuo o come membro della società, di coltivare
e di attuare la sua integrale vocazione” (Concilio Vaticano II, Gaudium et
Spes 35).