G. MOIOLI, Sapienza e
stoltezza della verginità cristiana, in Id.,
Testi cristiani maggiori, Glossa, Milano, 1992.
L'A., scomparso prematuramente nel 1984, è molto noto
nell'ambito della ricerca teologica, avendo insegnato Sistematica e Teologia
Spirituale a Venegono e alla Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale. Meno
noto, ma non meno importante, è stato il suo ministero di predicazione, di
animazione di esercizi spirituali, ritiri, molti dei quali sono stati
pubblicati a cura di Dora Castenetto, del centro G. Moioli, con sede alla
stessa Facoltà. Al suo insegnamento, alle sue intuizioni e alla sua esperienza
spirituale è largamente debitore anche il progetto educativo del Seminario di
Milano, recentemente pubblicato.
In questo testo sono riportate conversazioni riguardanti i
grandi temi della formazione alla vita spirituale ed al radicalismo evangelico.
In 7 brevi sezioni si approfondiscono temi come la libertà d'amare, comunione e
comunità, fede e vita, la preghiera, esperienza e mistero, sapienza e stoltezza
della verginità cristiana, la povertà e i poveri, maturità ed obbedienza.
La prima edizione, già del 1973, è stata arricchita ed
integrata in modo consistente. «Le pagine aggiunte appartengono agli ultimi
anni, o mesi della sua vita. Proprio per questo molte di esse sono tratte dalla
registrazione, poi puntualmente confrontate con i manoscritti, talora solo
vergati a modo di appunti o di schemi. Di qui la disomogeneità
dell'esposizione: forse più agile e discorsiva nella prima stesura, più complessa
ed articolata nelle parti aggiunte, anche per il linguaggio
"parlato"» (presentazione di D. Castenetto, p. 8).
Le 50 pagine che trattano la Sapienza e stoltezza della
verginità cristiana hanno l'acutezza concreta di situare questa dimensione
dell'esperienza spirituale nell'orizzonte della sequela e del mistero di
sponsalità della Chiesa, di cui anche il celibato è emergenza originale. L'A.
insiste con efficacia sul fatto che «non bisogna aver paura di conservare
entrambi i livelli del simbolo sponsale», il livello del vissuto e quello
"ontologico". Più precisamente il simbolo obiettivo del Cristo-Sposo
vale per ogni cristiano, perché deve essere per la chiesa intera. Ma nella
scelta della verginità per il Regno «vi è una risonanza particolare... tutta la
personalità si polarizza, si orienta verso Cristo in un modo particolare:
affettivamente è come se si fosse optato per uno sposo (non per un coniuge!),
cioè per un riferimento totalmente amato. Il simbolo obiettivo del Cristo-Sposo
viene vissuto (o domanda di imparare a viverlo) in questa specifica direzione.
«In definitiva non ho che Te, sono contento di averti così, come "non
avendo" nient'altro che Te» (pp. 120-121). Inoltre con essenzialità e
vigore sono sviluppati binomi estremamente attuali sotto il profilo educativo:
la presenza-assenza nel cammino verso Cristo, la fecondità della verginità,
verginità ed esperienza della Croce, verginità come vangelo dell'attesa,
verginità e linguaggio della tenerezza. Con rigore ogni aspetto dell'esperienza
cristiana è ricondotto alla centralità della fede ed alla
"singolarità" del Mistero di Cristo. Non mancano avvincenti
riferimenti ai classici della spiritualità, campo di grande competenza dell'A.
Per il particolare contesto in cui sono nati la maggior parte dei contributi
(un istituto secolare femminile) non è preso in considerazione il nesso
celibato-ministero.
Romano Marinelli,