COSACRAZIONE EPISCOPALE DI MAR BOSCO
PUTHUR
VESCOVO DI CURIA
Sabato, 13 febbraio
Eminenza Reverendissima
Cardinale Varkey Vithayathil, Arcivescovo Maggiore della Chiesa
Siro-Malabarese, Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi, nuovo Vescovo
consacrato, Mar (Mons) Bosco Puthur, onorevoli ospiti, carissimi sacerdoti,
religiosi e religiose, amici,
prima di
tutto desidero estendere le mie più sincere congratulazioni al Vescovo appena
consacrato, Mar Bosco Puthur, primo Vescovo di Curia della Chiesa Siro-Malabarese.
Vedo dalla sua biografia che è un uomo di vasta cultura e di esperienza
diversificata. Ha molti anni di impegno pastorale al suo attivo: nel ministero
parrocchiale, in Seminario Maggiore, nella Curia arcivescovile e qui nella
Curia centrale della Chiesa Siro-Malabarese. Sono certo che questo nuovo
servizio aggiungerà forza alla vostra Chiesa e maggiore efficienza alla sua
amministrazione. Gli auguro un proficuo ministero episcopale come successore
degli Apostoli!
Colgo anche
questa occasione per esprimere il mio grande apprezzamento per la Chiesa
Siro-Malabarese. In questi ultimi giorni ho avuto il privilegio di sperimentare
e di godere della rinomata tradizionale ospitalità indiana, e soprattutto in
questi ultimi due giorni trascorsi qui in Kerala, conosciuta al mondo come “la
Terra di Dio stesso”. La vostra generosa ospitalità non è seconda a nessuna nel
mondo!
E oggi ho
questa opportunità di sperimentare personalmente la vitalità e la religiosità
della vostra Chiesa apostolica. Voi avete avuto il privilegio di ricevere la
fede direttamente da uno degli Apostoli di Gesù, San Tommaso. I vostri antenati
hanno vissuto quella fede con dedicazione e l’hanno passata alle generazioni
successive. I vostri genitori, vostri nonni e tutti i vostri avi , nonostante
le diverse sfide, hanno tenuto viva la fiamma di quella fede e l’hanno passata
a voi. Sono certo che quella fiamma continuerà ad ardere sempre più luminosa
fino alla fine dei tempi, e le generazioni che verranno porteranno quella
fiamma in varie parti del mondo, come stanno già facendo tanti figli e figlie
della vostra Chiesa, con un ammirabile spirito di sacrificio. Siate orgogliosi
della vostra eredità apostolica e spirituale, siatele fedeli. La Chiesa Siro-Malabarese,
con le sue 29 diocesi, 9000
sacerdoti, 35.000
religiose e quasi 4 milioni (3.674.115 ) di fedeli è conosciuta in tutto il mondo per il
suo grande zelo missionario e l’impegno sociale.
Le due Diocesi appena erette e i nuovi Vescovi
appena nominati sono dei chiari segni della vitalità della vostra Chiesa. Sarò
molto felice di condividere questa bella esperienza con il nostro amato Santo
Padre, quando lo incontrerò la prossima volta.
Questa è la mia prima visita in India. Per tre
giorni ho partecipato al “Congresso dei sacerdoti indiani”, organizzato dalla
Commissione per il Clero della Conferenza Episcopale Indiana a Velankanni. Lì ho potuto incontrare
un vasto gruppo di entusiasti sacerdoti, pieni di zelo pastorale, nonostante le
situazioni di sfida in cui molti di loro sono chiamati a svolgere il ministero.
I tre Riti della Chiesa Indiana – Siro-Malabarese, Siro-Malankarese e Latino – dimostrano
la ricchezza unica della Chiesa indiana. Tutti e tre collaborano per portare il
messaggio di amore e fratellanza universale del Vangelo ai loro connazionali.
Il congresso
dei sacerdoti indiani è stato organizzato nel contesto dell’anno del Sacerdote
proclamato dal nostro Santo Padre, Papa Benedetto XVI, per incoraggiare
maggiori sforzi verso la santità, ricordando l’umile figura del parroco di Ars, in Francia, S. Giovanni Maria Vianney.
Non posso fare a meno di dire una parola ai miei fratelli sacerdoti in questa
occasione. Voi siete chiamati dal Signore ad essere suoi messaggeri, suoi
apostoli, strumenti del suo amore e della sua misericordia, martiri per lui. Le
sfide, la sofferenza e persino il martirio sono una parte integrante del nostro
Sacerdozio. Gesù oggi ha bisogno dei vostri piedi per raggiungere quelli che
non hanno ancora ricevuto il suo messaggio, ha bisogno delle vostre mani per
asciugare le lacrime di quelli che soffrono e piangono, ha bisogno dei vostri
cuori per amare e consolare quelli che sono afflitti.
Gesù,
insomma, vive oggi nella società attuale attraverso di voi. Il tema di questo
anno del Sacerdote è “Fedeltà di Cristo, Fedeltà del Sacerdote”. Il Signore che
vi ha chiamato è sempre fedele. Siamo anche noi fedeli a lui, siamo fedeli alla
nostra chiamata. Sono sicuro che tutti voi siete consapevoli degli scandali e
del grande danno spirituale che l’infedeltà sacerdotale ha inflitto alla
Chiesa. Miei cari sacerdoti, siate fedeli e pregate per la grazia della
perseveranza.
In questa
occasione non posso dimenticare di riconoscere il ruolo attivo dei religiosi e
dei laici nella Chiesa. Tutti i battezzati svolgono un ruolo speciale e
concreto nell’opera di evangelizzazione, sempre in comunione con la Chiesa e la
sua Gerarchia. Il Concilio Vaticano Secondo ha chiaramente messo in evidenza la
missione di ogni fedele, fino ad affermare che non è possibile essere un
Cristiano autentico senza essere un missionario. Ognuno, nel suo contesto di
vita, è chiamato dal Signore ad essere suo messaggero, suo apostolo, portatore
di Cristo a tutti coloro che incontra nella vita quotidiana. È attraverso di
voi che il mondo vede Cristo oggi. A meno che la vostra vita non sia una
testimonianza splendente di vita cristiana, questa missione che Cristo ha
affidato alla Chiesa non potrà realizzarsi. La luce che San Tommaso ha portato
alla vostra amata nazione arde ancora, illuminando e scaldando milioni di persone;
facciamo continuare a splendere quella luce, attraverso di voi e le generazioni
future. Questa mattina ho avuto il piacere di visitare i luoghi associati a
Sant’Alfonsa e al Beato Agostino Thevarparambil. So che ci sono altri beati,
uomini e donne, nella vostra Chiesa. Essi dicono a noi e al mondo intero che la
vostra è una Chiesa autentica e ricca. Sono quasi vostri contemporanei e la
Chiesa li ha posti di fronte a voi e all’intera comunità cristiana come modelli
di santità. Seguiteli come vostri modelli e la vostra Chiesa diventerà ancora
più ricca in santità.
Prima di
concludere, desidero ancora una volta ringraziare il Cardinale Varkey, tutti
gli Arcivescovi e i Vescovi, e tutti voi qui presenti, per il vostro cordiale
benvenuto e la vostra ospitalità. Il Signore vi benedica.
Cládio Card. HUMMES