BATTESIMO DEL SIGNORE

 

 

Is 42,1-7: http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtajbj.htm

Mt 3,13-17: http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9audsdc.htm

 

Il mistero del Battesimo di Cristo al fiume Giordano, ad opera di san Giovanni il Precursore, sebbene proponga alla nostra contemplazione un Gesù già adulto, è intimamente connesso alle solennità, appena celebrate, del Natale e dell’Epifania e, in qualche modo, ne raccoglie e ripropone il significato.

Nel Natale abbiamo contemplato la nascita umana dalla Vergine del Verbo incarnato. I Padri della Chiesa del IV secolo hanno approfondito la comprensione di fede del mistero del Natale alla luce della divinità di Gesù. Essi, perciò, hanno parlato dell’incarnazione del Verbo come operante già la «cristificazione» dell’umanità che Egli assumeva da sua Madre. In termini più semplici: Gesù è il Cristo sin dal primo istante del suo concepimento nel grembo purissimo di Maria, perché Egli stesso, con la sua potenza divina, ha consacrato, ha unto, ha cristificato quella natura umana, che faceva sua incarnandosi.

Nel mistero dell’Epifania, abbiamo meditato, poi, sulla manifestazione di Cristo a tutte le genti, rappresentate dai Magi, i sapienti giunti dall’Oriente per adorare il Bambino.

Ora, nel mistero del Battesimo al Giordano, queste due verità si reincontrano e si ripresentano. Il Battesimo di Gesù è infatti manifestazione definitiva di Lui ad Israele, in quanto Messia o Cristo, e a tutto il mondo in quanto Figlio del Padre. Qui troviamo allora innanzitutto la dimensione dell’Epifania, della manifestazione. La voce del Padre dall’alto manifesta che Gesù di Nazaret è il suo eterno Figlio e la discesa dello Spirito sotto forma di colomba mostra la natura trinitaria del Dio cristiano. Il vero e unico Dio, Padre Figlio e Spirito Santo, si manifesta in Gesù, con Lui, attraverso Lui e su di Lui.

Ma nel Battesimo al Giordano torna anche il grande tema natalizio della cristificazione, dell’unzione in Spirito che fa di Gesù di Nazaret l’Unto per eccellenza, il Cristo, il Messia o Inviato del Padre per la salvezza del popolo. Lo Spirito che scende su Gesù manifesta e suggella in modo incontrovertibile la cristificazione dell’umanità di Gesù, che il Verbo aveva già compiuto sin dal primo istante del concepimento miracoloso da Maria. Gesù è sempre stato il Cristo di Dio, sin dall’inizio, come sin dall’inizio è sempre stato Dio. Ma la sua è una vera umanità, la quale è perfetta sotto ogni aspetto, ma anche – come annota il Vangelo – cresce costantemente nella sua perfezione, sia naturale che soprannaturale: «Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). In Israele a trent’anni si raggiungeva la piena maturità e si poteva anche diventare maestri. Gesù giunge all’età della pienezza e lo Spirito, scendendo e rimanendo su di Lui, consacra definitivamente la pienezza del suo essere Cristo.

Lo stesso Spirito, che scende sulle acque del Giordano, aleggiava sulle acque della prima creazione (cf. Gen 1,2). Perciò il Battesimo al Giordano manifesta ancora un’altra verità: in Gesù ha inizio la nuova creazione. Egli è il Secondo Uomo (1Cor 15,47) o l’Ultimo Adamo (1Cor 15,45), che viene a riparare la colpa del primo Adamo. Egli fa questo come l’Agnello di Dio che porta su di Sé i nostri peccati: «A partire dalla croce e dalla risurrezione divenne chiaro per i cristiani che cosa era accaduto: Gesù si era preso sulle spalle il peso della colpa dell’intera umanità; lo portò con sé nel Giordano. Dà inizio alla sua attività prendendo il posto dei peccatori» (J. Ratzinger, Gesù di Nazaret, Milano 2007, p. 38).