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II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia

Anno A

 

Citazioni di

Act 2, 42-47: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9ca3s3b.htm

1P 1,3-9: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9aevrpa.htm

Io 20,19-31: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9a3nmct.htm

 

 

Il santo Vangelo che la liturgia ci propone in questa seconda domenica di Pasqua è certamente uno dei brani più conosciuti, discussi ed apprezzati. I piani di lettura messi in luce dai Padri della Chiesa sono molteplici: anche l’estro artistico si è cimentato nel porli plasticamente di fronte ai nostri occhi, per darci un’idea più chiara di ciò che avvenne “otto giorni dopo” la prima apparizione del Risorto ai discepoli, congregati nel Cenacolo.

Ma più di tutto, ha un fascino misterioso la frase che Gesù rivolse a Tommaso, dopo che questi lo riconobbe come proprio “Signore e Dio” e che dobbiamo riferire non tanto ai discepoli – i quali hanno visto – quanto piuttosto a coloro che si sono aggiunti al loro numero dopo, e dunque anche a noi: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Gv 20,29).

L’attenzione, che queste parole suscitano, appare ancora più paradossale se si pensa che, proprio all’autore di questo brano, il Signore aveva suggerito quello che può essere giustamente considerato come il metodo cristiano: «Venite e vedrete!» (Gv 1,39). Come si possono dunque conciliare queste due frasi di Gesù che stanno idealmente a cornice di tutto il quarto Vangelo? Forse il Signore ha deciso, alla fine, di cambiare il proprio metodo? E che cosa significa “non vedere”?

Il richiamo temporale degli “otto giorni dopo”, e dunque alla domenica successiva alla risurrezione, ci permette di legare la nostra riflessione a uno degli inni eucaristici più significativi, composto da un altro Tommaso, l’Aquinate. Nell’Adoro Te devote, in riferimento all’Eucaristia, leggiamo infatti: «La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano; ma solo con l’udito si crede con sicurezza». Accostando tali parole al Vangelo odierno, si può giustamente affermare che a noi non è stata preclusa l’esperienza del “vedere”, ma, a differenza dell’Apostolo Tommaso, che ha potuto mettere le proprie dita nei fori delle mani e nel costato di Cristo, ciò di cui noi oggi facciamo esperienza, lo possiamo comprendere solo alla luce della fede, custodita e trasmessa dalla Chiesa, nostra Madre e Maestra.

Ciò che noi “non vediamo” è dunque il Corpo glorioso del Risorto; ma oggi ci è data la possibilità di “ascoltare” la Parola di Dio e il Magistero della Chiesa e dunque di “vedere” il Corpo reale di Cristo che è l’Eucaristia, di “vedere” il suo Corpo mistico che è la Chiesa stessa, di “vedere” la vita di tanti nostri fratelli – oltreché la nostra – che dopo aver incontrato il Signore in modo misterioso, ma reale, sono rinati nel suo Spirito!

Per questo noi, come Tommaso, siamo chiamati da Cristo a riempire con le nostre mani i fori lasciati dagli strumenti della passione nel suo Corpo, per poter essere testimoni e annunciatori della risurrezione, insieme all’annuncio verbale, con la nostra stessa vita. I nostri sensi potrebbero ingannarci, ma noi sappiamo d’aver incontrato il Risorto e di averlo riconosciuto!

La speranza certa che Pietro grida a noi – quello stesso che nella notte in cui il Signore veniva tradito, lo rinnegò tre volte per paura di morire – diventa così pienamente comprensibile: «Esultate di gioia indicibile e gloriosa!» (cfr. 1Pt 1,8), perché beati sono coloro che «non hanno visto» il Signore Risorto, ma vedendo la gioia dei suoi discepoli «hanno creduto» in Lui!

 

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La straordinaria coincidenza della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II nel giorno stesso in cui la Chiesa celebra la Festa della “Divina Misericordia”, da Lui stesso istituita nell’anno del Grande Giubileo, è un grande invito per tutta la Chiesa, ma soprattutto per i sacerdoti ad essere portatori del messaggio dell’Amore Misericordioso di Dio. Esso, secondo la promessa fatta da Gesù a S. Faustina, deve essere “la scintilla che preparerà il mondo alla Sua ultima venuta”. Lo stesso Santo Padre Giovanni Paolo II aggiungeva, nell’omelia per la Dedicazione del Santuario della Divina Misericordia, a Cracovia il 17 agosto 2002: “bisogna accendere questa scintilla della Grazia di Dio. Bisogna trasmettere al mondo questo Fuoco della Divina Misericordia; nella Misericordia di Dio il mondo troverà la pace e l’uomo la felicità”.

È dal Cuore di Cristo che si attinge questa scintilla, è Lui la vera Sorgente che nello Spirito Santo fa scaturire fiumi di acqua viva che scorrono verso il mare infinito della Misericordia del Signore. Il compito di propagare questo Fuoco e di dissetare le anime Cristo stesso lo ha trasferito ai Suoi sacerdoti nel giorno della loro Ordinazione.

Questo potere divino condiviso da Cristo con i Suoi Apostoli genera lo stupore ammirato di Santa Faustina nel considerare il Ministero dei sacerdoti. Scriveva nel suo diario: “Gesù difende con forza i suoi rappresentanti sulla terra … Ho conosciuto la grande familiarità che esiste tra Gesù e il sacerdote … nelle grazie particolari ho conosciuto molto bene fino a che punto hai diviso con loro l’autorità e i misteri, o Gesù, più che con gli Angeli. Gioisco per questo poiché tutto ciò serve al mio bene.”

In “Dono e Mistero” Giovanni Paolo II annotava: “Il sacerdote è testimone e strumento della Misericordia Divina. Come è importante il servizio del confessionale nella sua vita. Proprio nel confessionale la sua paternità spirituale si realizza nel modo più pieno. Proprio nel confessionale ogni sacerdote diventa testimone dei grandi miracoli che la Misericordia Divina opera nell’anima che accetta la grazia della conversione”.

Il nuovo Beato sprona ogni sacerdote a una grande purificazione della Fede.  Spesso non si crede e non si parte dalla vera Fede nella straordinaria efficacia della Grazia di Dio di cui è portatore il sacerdote e così la Misericordia, che è la vera Parola, Presenza e manifestazione del Signore, diventa un richiamo di umano sentimento e non di profonda ed elevata potenza della Grazia di Dio.  Il sacerdote è raggiunto e rivestito da questa potenza di Grazia, ma è solo la Misericordia che raggiunge le anime e le salva.

Questo straordinario potere non può essere usato e gestito quasi fosse possibile salvarsi da sé o di avere in se stessi la forza della salvezza. Il nuovo Beato si pone per noi sacerdoti, come esempio di come vada accolta, servita, obbedita questa potenza di Grazia e così portarla e trasmetterla con umiltà e fiducia nella più grande verità della comunione sacramentale.

Occorre ritornare a credere nella Misericordia del Signore come potenza della Sua Grazia riversata nei doni sacramentali e vocazionali.

Santa Faustina vide sprigionarsi dal Cuore di Cristo due fasci di luce che illuminavano il mondo. I due raggi secondo quanto lo stesso Gesù ebbe a confidarle, rappresentano il Sangue e l’Acqua. È da Cristo Crocifisso, dunque, che ci vengono i Sacramenti e il dono dello Spirito. Custodire la Grazia sacramentale e i doni vocazionali che continuamente lo Spirito Santo attualizza  nella Chiesa, sono i due compiti che noi sacerdoti possiamo accogliere nella fede, nell’eccezionale circostanza della Celebrazione della Festa della Divina Misericordia e della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II. Gesù nel quale confidiamo non cessa mai di essere presente in mezzo a noi nei Suoi Sacramenti e non cessa mai, con il Suo Spirito, di guidarci a compiere ogni giorno la Sua Volontà e a servire con amore i doni vocazionali delle anime a noi affidate.

È alla scuola di Maria che Giovanni Paolo II impara questa totale disponibilità allo Spirito. È al Suo Cuore Immacolato che attinge la misura dell’umiltà e della fiducia per accogliere nella fede il consenso amoroso all’offerta di Gesù sulla Croce ed è proprio nel  “Totus Tuus”  che il suo cuore sacerdotale si configura al Cuore della Madre della Misericordia. Come Maria, anche Giovanni Paolo II, impara che il male può essere sconfitto solo dalla potenza del bene e che Colui che può porre un limite definitivo al male è Dio stesso con la Sua Misericordia. Come annotava Benedetto XVI nell’omelia del 2 Aprile 2008: “Il Mistero Pasquale conferma che il Bene in definitiva è vittorioso, che la Vita sconfigge la morte e sull’odio trionfa l’Amore.”

La vittoria di Cristo sul male Giovanni Paolo II non si stancava di additarlo come un compito e che l’uomo, come scriveva in “Memoria e Identità”: “se lo assume incamminandosi sulla via della vita interiore, nella via cioè di un consapevole lavoro su di sé, di quel lavoro in cui Cristo è Maestro. .. Con lo scorrere del tempo, diceva il Papa, alludendo certamente a sé, se l’uomo segue con perseveranza il Maestro sente sempre di meno dentro di sé il peso della lotta contro il peccato e sempre di più gode della Luce divina che pervade tutto il creato … La luce interiore illumina i suoi atti e gli mostra tutto il bene del mondo creato come proveniente dalla mano di Dio. In tal modo la via purificativa e a sua volta quella illuminativa, costituiscono l’organica introduzione a quella che viene chiamata la via unitiva. È l’ultima tappa del cammino  interiore quella in cui l’anima sperimenta una speciale unione con Dio.”

Lo splendore della Misericordia di Dio che Giovanni Paolo II ha reso visibile nella sua persona, con il suo cammino di preghiera, di purificazione e di contemplazione.

e’ un compito che lascia anche a noi.

È lo stesso invito contenuto al termine dell’omelia di Benedetto XVI,  nella Festa della Divina Misericordia il 15 Aprile 2007: “La Misericordia è la veste di luce che il Signore ci ha donato nel Battesimo, non dobbiamo lasciare che questa luce si spenga, al contrario essa deve crescere in noi ogni giorno e così portare al mondo il lieto annuncio di Dio.”

 

 

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L’ORA DELLA MISERICORDIA

 

Proposte per preparare un’Ora Santa davanti al Santissimo

Con le parole di Gesù e meditazioni dal Diario di Santa Maria Faustina Kowalska

 

1.         Saluto a Gesù Eucaristico con un canto di adorazione: Davanti al Re

 

2.         In un breve momento di silenzio, ci rendiamo conto di Chi abbiamo di fronte.

 

Siamo inginocchiati davanti ad un’Ostia bianca, apparentemente del tutto insignificante, nascosta in un tabernacolo o visibile in un ostensorio, non sentiamo niente e non vediamo niente di straordinario eppure come credenti sappiamo che qui c’è Gesù vivo e vero davanti a noi. Lui ci aspetta e si volge verso di noi in quest’Ora della Misericordia con tutto il Suo Amore.

Gesù disse alla santa Faustina: “Il Mio Cuore è stracolmo di tanta Misericordia per le anime e soprattutto per i poveri peccatori. Oh! se riuscissero a capire che Io sono per loro il migliore dei Padri; che per loro è scaturito dal Mio Cuore Sangue ed Acqua, come da una sorgente strapiena di Misericordia; che per loro dimoro nel tabernacolo e come Re di Misericordia desidero colmare le anime di grazie”. (367)

 

3.         Introduzione all’Ora della Misericordia

 

Nell’ottobre del 1937, a Cracovia, Gesù disse a Sr. Faustina: “Alle tre del pomeriggio implora la Mia Misericordia specialmente per i peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione, particolarmente nel Mio abbandono al momento della morte. È un’ora di grande Misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella Mia tristezza mortale. In quell’ora non rifiuterò nulla all’anima che Mi prega per la Mia Passione”. (1320) E alcuni mesi dopo, Gesù parlò nuovamente di quest’ora: “Figlia Mia, ogni volta che senti l’orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima. In quell’ora otterrai tutto per te stessa e per gli altri; in quell’ora fu fatta grazia al mondo intero”. (1572)

 

4.         Pentimento d’amore

 

Nell’Ostia adoriamo Colui che, pieno d’amore, aspetta sempre il ritorno del peccatore, come nel Vangelo il Padre Misericordioso aspetta il ritorno del figlio prodigo. Non abbiamo paura allora di pentirci! Lasciamo spazio al dolore di contrizione e preghiamo brevemente, ma con sincerità: Perdonami, Signore! Tu sai che Ti amo! Gesù, confido in Te!

Leggiamo in un passaggio del Diario queste consolanti parole di Gesù:

“La Mia Misericordia è più grande delle tue miserie e di quelle del mondo intero. Chi ha misurato la Mia bontà? Per te sono disceso dal cielo in terra, per te Mi sono lasciato mettere in croce, per te ho permesso che venisse aperto con la lancia il Mio Sacratissimo Cuore ed ho aperto per te una sorgente di Misericordia. Vieni ed attingi le grazie da questa sorgente con il recipiente della fiducia. Non respingerò mai un cuore che si umilia; la tua miseria verrà sprofondata nell’abisso della Mia Misericordia. Perché mai dovresti litigare con Me sulla tua miseria? Fammi il piacere, dammi tutte le tue pene e tutta la tua miseria ed io ti colmerò con i tesori delle mie grazie”. (1485)

 

5.         Un canto: Kyrie

 

6.         Un brano del Nuovo Testamento

 

Quando prendiamo in mano la Sacra Scrittura e leggiamo qualche breve passo del Vangelo, è come se Gesù stesso ci parlasse dal tabernacolo.

 

Per esempio:                Lc 15,3-10                  La pecorella smarrita e la dracma perduta

Oppure                        Lc 15,11-32                Il figlio prodigo

 

7.         Un canto: Sei il mio rifugio

 

8.         Le origini e le promesse straordinarie della Coroncina della Divina Misericordia

 

Le origini

 

Gesù dettò questa preghiera a Sr. Faustina durante un’ impressionante visione avuta il 13 e il 14 settembre 1935 a Wilno. La santa descrisse con queste parole:

“La sera, mentre ero nella mia cella, vidi un angelo che era  l’esecutore dell’ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente; una nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che andavano nelle sue mani e dalle sue mani partivano e colpivano la terra. Quando vidi quel segno della collera di Dio che doveva colpire la terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non posso nominare, cominciai a pregare l’angelo, perché si fermasse per qualche momento ed il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia invocazione non ebbe alcun risultato di fronte allo sdegno di Dio. In quel momento vidi la Santissima Trinità. La grandezza della Sua Maestà mi penetrò nel profondo e non osai ripetere la mia invocazione. In quello stesso istante sentii che nella mia anima c’era la forza della grazia di Gesù. Quando ebbi la consapevolezza di tale grazia, nello stesso momento venni rapita davanti al Trono di Dio. Oh! Quanto è grande il Signore e Dio nostro ed incomprensibile la Sua Santità. Non cercherò nemmeno di descrivere  tale grandezza, poiché fra non molto Lo vedremo tutti quale Egli è. Cominciai ad implorare Dio per il mondo con parole che si udivano interiormente”. (474) Le parole con le quali ho supplicato Dio sono le seguenti: ‘Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero: per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi’”. (475) “Mentre pregavo così vidi l’impotenza dell’angelo che non poté compiere la giusta punizione, che era equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora mai pregato con una tale potenza interiore come allora”. (475)

 

Come si recita la Coroncina della Divina Misericordia

 

Gesù spiegò nei particolari come deve essere recitata questa preghiera (476) :

“La reciterai… con la comune corona del rosario, nel modo seguente:

prima reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo;

 

poi - sui grani del Padre Nostro - dirai le parole seguenti:

Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue,

l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio

e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati

e di quelli del mondo intero.

Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti:

Per la Sua dolorosa Passione

abbi misericordia di noi e del mondo intero.

 

Infine reciterai tre volte queste parole:

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale:

abbi pietà di noi e del mondo intero”.

 

9.         La preghiera contemplativa della Coroncina della Divina Misericordia

 

Primo mistero della Coroncina della Divina Misericordia - per il Santo Padre

Gesù dice: “Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno”. (1541) “Oh! Che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s’inteneriscono per coloro che recitano la coroncina”. (848)

 

Preghiamo il primo mistero.

 

Canto: In Te Signor riposa l’anima mia

 

Secondo mistero della Coroncina della Divina Misericordia - per la santificazione dei sacerdoti e delle anime consacrate

Gesù dice: “Più un’anima ha fiducia, più ottiene”. (1578) “Non potresti sopportare l’enormità dell’amore che ho per te, se te lo svelassi qui in terra in tutta la sua pienezza. Spesso sollevo per te un lembo del velo, ma sappi che questo è soltanto una Mia grazia eccezionale. Il Mio Amore e la Mia Misericordia non conoscono limiti”. (718)

 

Preghiamo il secondo mistero.

 

Canot: Adoramus Te, Domine

 

Terzo mistero della Coroncina della Divina Misericordia - per le nostre famiglie

Gesù dice sulla Domenica della Misericordia:

“In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto”. (699)

 

Preghiamo il terzo mistero.

 

Canto: Misericorias Domini

 

Quarto mistero della Coroncina della Divina Misericordia - per tutti quelli che sono scoraggiati a causa dei loro fallimenti e che hanno perso la fede nella Bontà e Misericordia di Dio.

Gesù dice: Vedi bambina Mia, quello che sei per te stessa. La causa delle tue cadute dipende dal fatto che conti troppo su te stessa e ti appoggi troppo poco su di Me. Ma questo non deve rattristarti eccessivamente, hai a che fare con un Dio misericordioso; la tua miseria non Lo esaurisce, del resto non ho limitato il numero delle volte in cui posso perdonarti“. (1488)

Per questo Gesù ci incoraggia sempre di nuovo: “L’anima debole, peccatrice, non abbia timore di accostarsi a Me, ed anche se avesse più peccati di quanti granelli di sabbia ci sono sulla terra, tutto sprofonderà nel abisso della Mia Misericordia”. (1059) “I più grandi peccatori potrebbero raggiungere una grande santità, se soltanto avessero fiducia nella Mia Misericordia“. (1784) “Più è grande il peccatore, tanto maggiori sono i diritti che ha alla Mia Misericordia“. (723)

 

Preghiamo il quarto mistero.

 

Canto: Se avessi mai commesso

 

Quinto mistero della Coroncina della Divina Misericordia - per tutti i moribondi, affinché siano sereni nell’ora della morte

Gesù dice: “Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell’ora della morte. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito, se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla Mia infinita Misericordia. Desidero che tutto il mondo conosca la Mia Misericordia”. (687)

 

Preghiamo il quinto mistero.

 

Infine reciterai tre volte queste parole: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale …”

 

10.       Scambiare parole d’amore nel silenzio

 

Ognuno è invitato ora a parlare personalmente a Gesù come al Suo migliore amico raccontandoGli tutto ciò che ha nel profondo del cuore. Possiamo davvero affidarGli tutto: gioie e dolori, i nostri progetti e le nostre necessità!

 

Per questo momento di preghiera silenziosa, che può essere accompagnata da un sottofondo musicale a basso volume, valgono anche le parole di Gesù a Suor Faustina: “Parlami di tutto. Sappi che con ciò mi procuri tanta gioia… con la semplicità di un bimbo parlaMi di tutto perché ho l’ orecchio e il cuore rivolti verso di te e ho piacere che tu mi parli”. (921)

 

11.       Comunione Spirituale

 

Il momento di silenzio è molto adatto per fare la Comunione Spirituale. Essa avviene semplicemente attraverso il nostro sincero desiderio di unirci a Gesù. Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori ha composto proprio per questo una preghiera:

 

“Gesù mio, credo che sei presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia. Poichè ora non posso riceverTi sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, Ti abbraccio e mi unisco tutto a Te. Non permettere che mi allontani più.

Il grande predicatore e santo francescano Leonardo da Porto Maurizio assicurava: “Vi prometto che se farete diverse volte al giorno la comunione spirituale, il vostro cuore sarà del tutto trasformato nell’arco di un mese”.

 

12.       Proposito

 

Gesù disse a Faustina: “Figlia Mia, osserva il Mio Cuore Misericordioso e riproduci nel tuo cuore e nelle tue azioni la Sua pietà”. (1688)

Prendiamo queste parole di Gesù come proposito concreto nella nostra vita quotidiana.

 

Sentiamo questa meravigliosa preghiera di Santa Faustina:

 “Desidero trasformarmi tutta nella Tua Misericordia ed essere il riflesso vivo di Te, o Signore.

Che il più grande attributo di Dio, cioè la Sua incommensurabile Misericordia, giunga al mio prossimo attraverso il mio cuore e la mia anima.

Aiutami, o Signore, a far sì che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto.

Aiutami a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti del mio prossimo.

Aiutami, o Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono.

Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi.

Aiutami a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. Il mio vero riposo sta nella disponibilità verso il prossimo.

Aiutami, Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A nessuno rifiuterò il mio cuore. Mi comporterò sinceramente anche con coloro di cui so abuseranno della mia bontà, mentre io mi rifugerò nel Misericordiosissimo Cuore di Gesù”. (163)

 

13.       Un canto conclusivo, come per esempio, il Tantum ergo

Se fosse disponibile un sacerdote può dare la Benedizione Eucaristica.

 

14.       Benedizione