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MARIA SS.MA MADRE DI DIO

 

 

 

Il legame tra il Natale del Signore e la Maternità divina di Maria Santissima è chiaramente espresso in uno dei dodici anatematismi di san Cirillo di Alessandria († 444), accolti dal Concilio di Efeso, che nell’anno 431 definì come dogma di fede che Maria di Nazaret è la Madre di Dio: «Se uno non confessa che l’Emmanuele è secondo verità Dio e che perciò la santa Vergine è Madre di Dio (infatti ha generato secondo la carne il Verbo di Dio fatto carne), sia anatema» (Denz. – Schönm., 252). Abbiamo da pochi giorni adorato la presenza del Verbo incarnato nell’umile mangiatoia di Betlemme. Ora, la Chiesa ci invita a rivolgere lo sguardo colmo di venerazione a quell’altro, magnifico personaggio del presepe che è la Madre di Gesù, Dio fatto carne.

In tempi recenti, la devozione alla Madre di Dio si è affievolita in certi settori della Chiesa. Si è temuto, da parte di alcuni, che onorare troppo Maria avrebbe potuto in qualche modo distogliere dall’adorazione di Cristo. Perciò si è ritenuto opportuno radicalizzare il cristocentrismo, sottolineando unilateralmente l’unicità della mediazione salvifica in Cristo a scapito delle mediazioni partecipate, quali quella dei Santi, degli Angeli e della stessa Madre di Dio. Così facendo, si è dimenticato però l’antico adagio: ad Jesum per Mariam. La Madre ci accompagna sempre verso il Figlio suo e mai ci allontana da Lui. Il Concilio Ecumenico Vaticano II si è espresso con queste parole: «Ogni salutare influsso della Beata Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto si fonda sulla mediazione di Questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita» (Lumen Gentium, n. 60).

In realtà, dobbiamo riconoscere che il ruolo di Maria non è di ostacolo, bensì di presidio rispetto al riconoscimento di Cristo nella fede. La Madre di Dio, con la sua purezza verginale, rappresenta e difende anche la purezza della dottrina cristiana. Nel breviario e nel messale di «forma straordinaria» (o rito antico) si trova la bella antifona mariana: «Gaude, Maria Virgo, cunctas haereses tu sola interemisti in universo mundo – Rallegrati, Vergine Maria, tu sola hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero».

Questa antifona è stata commentata dal famoso biblista Ignace de la Potterie nei termini seguenti: «Non è che Maria abbia fatto nella sua vita qualcosa contro le eresie. Ma certo il riconoscimento di Maria nei dogmi mariani è sintomo e baluardo della saldezza della fede. Anche il cardinale Ratzinger, nel suo libro-intervista con Vittorio Messori (Rapporto sulla fede), sottolinea che Maria “trionfa su tutte le eresie”: se si accorda a Maria il posto che le conviene nella ininterrotta Tradizione e nel dogma, ci si trova già veramente al centro della cristologia della Chiesa. I primi dogmi, riguardanti la verginità perpetua e la maternità divina, ma anche gli ultimi (immacolata concezione e assunzione corporale nella gloria celeste), sono la base sicura per la fede cristiana nell’incarnazione del Figlio di Dio. Ma anche la fede nel Dio vivente, che può intervenire nel mondo e nella materia, così come la fede circa le realtà ultime (risurrezione nella carne, e quindi trasfigurazione dello stesso mondo materiale) è confessata implicitamente nel riconoscimento dei dogmi mariani. Anche per questo si spera che verrà realizzato il «progetto di reintrodurre, magari nella festa dell’Assunzione corporea di Maria al cielo, il 15 agosto, la bella antifona accantonata dalla riforma liturgica» (in 30 Giorni, 12 [ottobre 1995], p. 71).

Non è possibile essere cristocentrici se non si è saldamente mariani. In questo giorno la Chiesa prega anche in modo particolare per la pace. Ed è proprio alla Semprevergine Madre di Dio che i fedeli si rivolgono, per ottenere dal Signore, attraverso la di Lei intercessione, il dono della pace, per la Chiesa e per il mondo.