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Tema : Biblioteca
/ Dottrina Sociale della Chiesa
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
A lezione di sussidiarietà
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03/05/1998
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L'insegnamento che vogliamo sia pur fugacemente ricordare è uno dei cardini del magistero sociale della Chiesa. Si tratta del così detto "principio di sussidiarietà", del quale oggi si parla sempre più spesso ma non sempre con piena cognizione di causa.
Sarà bene non dimenticare che la sua chiara formulazione risale al 1931, ed è contenuta nell'enciclica "Quadragesimo anno". In un'epoca e in una Roma in cui veniva teorizzato e conclamato prepotentemente l'ideale dello Stato totalitario, Pio XI uno dei papi più lucidi, più coraggiosi, più concreti della storia contestava apertamente e radicalmente quella concezione aberrante, ammonendo che "come non è lecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l'industria propria", analogamente "è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare".
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GIACOMO CARD. BIFFI
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Antologia ragionata sulla Dottrina Sociale della Chiesa
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10/05/1999
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Non a caso la frase finale dell'ultima Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, la Centesimus Annus, e la frase iniziale della sua prima enciclica, la Redemptor Hominis, si richiamano vicendevolmente, mostrando l'unità e la profondità dell'attuale magistero Pontificio.
La presente antologia desidera seguire la trama offerta dall'insegnamento del Papa mostrando, umilmente, la straordinaria profezia con cui Giovanni Paolo II sta servendo la Chiesa e la sta guidando rispetto alla questione umana che potremmo definire in modo ampio "sociale".
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PINUCCIO MAZZUCCHELLI
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dalla «Centesimus annus» alla «Caritas in veritate»
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31/03/2011
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Una nuova evangelizzazione del sociale
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S. E. MONS. MARIO TOSO
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dono e legame: la solidarietà
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28/02/2000
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Il linguaggio dei diritti è uno strumento potente contro la retorica paternalista della solidarietà. Le persone vogliono spesso essere riconosciute con uguale considerazione e interesse, non volendo la pietà da parte di nessuno. L'ingiustizia può richiedere un riconoscimento ancora diverso, non coincidente con la pietà, né con l'obbligo, ma attuabile attraverso il dono di sé agli altri, che si origina dall'assoluto sentimento di comunanza con i nostri simili, tramite il quale possiamo ritrovare noi stessi nel sentirci umiliati di fronte alle ingiustizie compiute verso gli altri. È solo questo magico filo della solidarietà che ci può unire agli altri esseri umani e persino a tutte le creature viventi. La verità di questa affermazione riposa nel fatto che siamo tutti coinvolti da un comune destino, quello di creature fragili e vulnerabili nella salute, nella sorte, nei nostri legami personali.
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LUIGI BETTAZZI
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dottrina Sociale della Chiesa e bioetica
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04/06/1999
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E' sotto gli occhi di tutti, addetti ai lavori e non, che la bioetica risalti come una delle discipline scientifiche emergenti negli ultimi anni, sia dal punto di vista epistemologico sia da quello accademico ed operativo. Se poi ci si appresta ad una ricognizione delle possibili correlazioni tra la bioetica ed altre discipline che con essa possano relazionarsi, le fonti bibliografiche disponibili si fanno sempre più numerose. Un termine di confronto relativamente meno battuto nella letteratura scientifica è quello tra Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) e bioetica, e la successiva riflessione verterà quindi su questo particolare tema, tentando di rintracciare le possibili relazioni (o le distanze) sia a livello epistemologico sia a livello di criteriologia di riferimento.
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DARIO SACCHINI
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dottrina sociale della Chiesa e spiritualità
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04/06/1999
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Il progresso storico e sociale - afferma Giovanni Paolo II verso la fine dell'enciclica Laborem Exercens - presuppone un'adeguata comprensione dell'uomo e, più concretamente, del suo agire e, pertanto del suo lavoro. Da qui egli deduce una conclusione, che formula in termini molto chiari: la dottrina sul problema del progresso e dello sviluppo esposta nei capitoli precedenti dell'enciclica può, di conseguenza, essere intesa "solamente come frutto di una provata spiritualità del lavoro umano, e solo in base a una tale spiritualità essa può essere realizzata e messa in pratica". Non solo l'azione sociale concreta, ma la medesima comprensione delle realtà sociali e, di conseguenza, la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) sono messe in relazione - in modo non solo deciso, ma radicale - con la spiritualità.
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JOSÉ LUIS ILLANES
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dottrina Sociale della Chiesa e Storia della Teologia
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04/06/1999
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Si sa che la DSC sembra - fin dal suo primo documento, che ottiene per così dire un carattere fondazionale - vincolata alla nozione di filosofia cristiana. Come è logico, allora non esisteva una riflessione critica su un adeguato statuto epistemologico, il quale potè venire solo dopo anni di esistenza, come risulta connaturale al momento originario di qualunque disciplina. Tale prospettiva si manterrà, essenzialmente, fino agli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando sorge propriamente un dibattito formale sull'identità della DSC.
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RODRIGO MUNOZ
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dottrina sociale della Chiesa ed epistemologia
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04/06/1999
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La Dottrina Sociale della Chiesa, esaminata dal punto di vista epistemologico, richiede il chiarimento del senso che possono avere i suoi enunciati nelle due dimensioni della semantica: 1) la dimensione oggettiva; e 2) la dimensione soggettiva. Chiariamo subito che per "dimensione oggettiva" s'intende il senso che possono avere gli enunciati in rapporto al loro contenuto (oggetto del discorso), mentre per "dimensione soggettiva" s'intende il senso che questi enunciati possono avere in rapporto a chi li propone (soggetto del discorso); questa seconda dimensione, spesso trascurata nelle discussioni epistemologiche antecedenti alla "svolta linguistica", è invece quella indispensabile per una comprensione olistica del discorso, ivi compresa la componente pragmatica (l'intenzione del parlante e la forza performativa del discorso).
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ANTONIO LIVI
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dottrina Sociale della Chiesa. Parte I
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02/02/2000
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La convivenza ha sempre avuto a che fare con problemi sociali.
Ma da due secoli e mezzo a questa parte essi hanno conseguito un'ampiezza e un'urgenza sempre più grandi.
Il magistero della Chiesa ne ha preso atto individuandone il sintomo nell'interdipendenza e nell'infittirsi dei rapporti in cui sono interessati tutti, individui e collettività.
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Biblioteca /Dottrina Sociale della Chiesa /
Dottrina Sociale della Chiesa. Parte II
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02/02/2000
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La socialità è un dato evidente per l'uomo.
Lo manifesta: Il suo divenire: per venire a questo mondo ha bisogno degli altri. Venuto alla luce, necessita di qualcuno che lo nutra, lo curi, lo educhi, lo istruisca. E anche da adulto sente l'esigenza di collaborare con gli altri per una migliore e maggiore produzione di beni. La sua stessa natura corporale e spirituale: il corpo indica la tendenza naturale alla comunicazione, e anzi alla comunione, con altre persone. Sta in società non solo per ricevere, ma anche per dare.
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