Congregazione per il Clero - Documenti disponibili nell'area selezionata
Tema : Biblioteca
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Biblioteca /Teologia /Dio Spirito Santo
Credo nello Spirito Santo
19/03/1999
" È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò " (Gv 16,7): con queste parole Gesù sembra indicare che il compimento delle promesse di Dio viene a realizzarsi nel dono dello Spirito Santo. Senza lo Spirito, che è disceso sul Cristo e da lui è stato effuso su ogni carne, la salvezza dell'uomo resterebbe incompiuta: l'abisso che ci separa nel tempo dagli eventi pasquali rimarrebbe incolmato, e lo stesso Gesù si ridurrebbe ad uno splendido modello, lontano da noi, ma non sarebbe il Vivente in noi e per noi.
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"Credo nello Spirito Santo": la promessa di Cristo
26/04/1989
Il Simbolo, professione di fede formulata dalla Chiesa, ci rimanda alle fonti bibliche, dove la verità sullo Spirito Santo è presentata nel contesto della rivelazione di Dio uno e trino. La pneumatologia della Chiesa è dunque fondata nella Sacra Scrittura, specialmente nel nuovo testamento, anche se, in certa misura, ve ne sono preannunci nell'antico. La prima fonte alla quale possiamo rivolgerci è un testo giovanneo contenuto nel "discorso d'addio" di Cristo il giorno prima della passione e morte in croce. Gesù parla della venuta dello Spirito Santo in connessione con la propria "dipartita", annunciandone la venuta (o discesa) sugli apostoli. "Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò".
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Il Battesimo nello Spirito
06/09/1989
Quando la Chiesa, scaturita dal sacrificio della croce, cominciò il suo cammino nel mondo per opera dello Spirito Santo disceso nel cenacolo il giorno di Pentecoste, ebbe inizio "il suo tempo", il "tempo della Chiesa" come collaboratrice dello Spirito nella missione di far fruttificare la redenzione di Cristo nell'umanità, di generazione in generazione. Proprio in questa missione e collaborazione con lo Spirito si attua la "sacramentalità" che le attribuisce il Concilio Vaticano II, quando insegna che "...la Chiesa è in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). Questa "sacramentalità" ha un significato profondo in relazione al mistero della Pentecoste, che dà alla Chiesa il vigore e i carismi per operare visibilmente in tutta la famiglia umana.
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Il discorso di Pietro: evento e parola
25/10/1989
"Allora Pietro levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così" (At 2,14). In questo intervento di Pietro appare qual era fin dall'inizio la struttura apostolica della Chiesa. Gli undici condividono con Pietro la stessa missione, la vocazione a rendere con autorità la stessa testimonianza. Pietro parla come il primo tra loro in forza del mandato ricevuto direttamente da Cristo. Nessuno mette in dubbio il compito e il diritto che proprio lui ha di parlare per primo e in nome degli altri. Già in quel fatto si manifesta l'azione dello Spirito Santo, il quale - secondo il Concilio Vaticano II - "guida la Chiesa... la unifica... e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici" (LG 4).
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Il discorso di Pietro: il primo kerygma
08/11/1989
Prima di tornare al Padre, Gesù aveva promesso agli apostoli: "Riceverete forza dallo Spirito Santo, che scenderà su di voi, e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Galilea e la Samaria e fino agli estremi con fini della terra" (At 1,8). Il giorno della Pentecoste tale annuncio si avvera in tutta esattezza. Agendo sotto l'influsso dello Spirito Santo, ricevuto dagli apostoli durante la preghiera nel cenacolo, davanti ad una moltitudine di gente di diverse lingue, radunata per la festa, Pietro si presenta e parla. Proclama ciò che certamente non avrebbe avuto coraggio di dire in precedenza. E la prima testimonianza data pubblicamente e quasi si direbbe solennemente a Cristo risorto, a Cristo vittorioso. E' anche l'inizio del kerygma apostolico.
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Il discorso di Pietro: l'inizio della conversione
15/11/1989
Dopo aver riferito il primo discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste, l'autore degli Atti ci informa che i presenti "all'udir tutto questo, si sentirono trafiggere il cuore" (At 2,37). Sono parole eloquenti, che indicano l'azione dello Spirito Santo nelle anime di coloro che ascoltarono da Pietro il primo kerygma apostolico, la sua testimonianza su Cristo crocifisso e risorto, la sua spiegazione dei fatti straordinari avvenuti quel giorno. In particolare, quella prima presentazione pubblica del mistero pasquale aveva raggiunto il centro stesso delle attese degli uomini dell'antica alleanza, quando Pietro aveva detto: "Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso" (At 2,36).
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Il nome "Spirito" nella rivelazione dell'Antico testamento
03/01/1990
Gli apostoli che nella prima predicazione, dopo la Pentecoste, presentano espressamente la venuta dello Spirito Santo come adempimento delle promesse e degli annunci antichi, vedendo l'antica alleanza e la storia di Israele come tempo di preparazione a ricevere la pienezza di verità e di grazia, che doveva essere portata dal Messia. Certo, la Pentecoste era un evento proiettato verso l'avvenire, perché dava inizio al tempo dello Spirito Santo, che Gesù stesso aveva indicato come protagonista, insieme col Padre e col Figlio, dell'opera della salvezza, destinata a dilatarsi dalla croce in tutto il mondo. Tuttavia, per una più completa conoscenza della rivelazione dello Spirito Santo, occorre risalire al passato, cioè all'Antico Testamento, per rintracciarvi i segni della lunga preparazione al mistero della Pasqua e della Pentecoste.
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La discesa dello Spirito Santo nel Battesimo di Gesù
11/07/1990
Nella vita di Gesù-Messia - cioè di colui che venne consacrato con l'unzione dello Spirito Santo (cf. Lc 4,18) - ci sono momenti salienti, nei quali la persona dello Spirito Santo si manifesta come intimamente unita all'umanità e alla missione di Cristo. Il primo di questi momenti è quello dell'incarnazione, che avviene mediante il concepimento e la nascita di Gesù da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo: "Conceptus de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine", come proclama il Simbolo della fede. Un altro momento nel quale la presenza e l'azione dello Spirito Santo prendono un particolare risalto è quello del battesimo di Gesù nel Giordano.
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La fecondità pentecostale
20/12/1989
Dal giorno in cui gli apostoli, riuniti nel cenacolo di Gerusalemme, furono "battezzati in Spirito Santo" (cf. At 2,4), ebbe inizio un processo che, attraverso varie tappe descritte dagli Atti degli apostoli, mostra l'azione dello Spirito Santo come quella dell'"altro Paraclito" promesso da Gesù (cf. Gv 14,16), e venuto a dare compimento alla sua opera salvifica. Egli rimane sempre il "Dio nascosto", invisibile, e tuttavia gli apostoli hanno la piena consapevolezza che è proprio lui ad agire, in essi e nella Chiesa. E' lui a guidarli, è lui a dar loro la forza di rendere testimonianza a Cristo crocifisso e risorto, sino al martirio, come nel caso del diacono Stefano; è lui ad indicare loro la strada verso gli uomini, è lui che per loro mezzo converte quanti aprono il cuore alla sua azione.
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La fede nello Spirito Santo come Persona divina
31/10/1990
"Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti". Con queste parole il simbolo niceno-costantinopolitano determina la fede della Chiesa nello Spirito Santo, riconosciuto come vero Dio, col Padre e col Figlio, nell'unità trinitaria della divinità. Si tratta di un articolo di fede, formulato dal I Concilio di Costantinopoli (381), forse sulla base di un testo preesistente, come completamento del simbolo di Nicea (325) (cf. Denzinger-Schönmetzer, 150). Questa fede della Chiesa è continuamente ripetuta nella liturgia, che è a suo modo non solo una professione, ma una testimonianza di fede.