Quella che la Chiesa Cattolica chiama e ritiene Divina Revelatio appare una dilatazione ermeneutica del commercium divinum col creato, con l'uomo soprattutto. La Bibbia, che riporta e fissa nel documento scritto tale commercium, è in realtà dilatatio hermeneutica dilatationis hermeneuticae, la cui fonte è Dio.
Il termine apokryphos (segreto) indica sia i testi la cui lettura richiede una particolare iniziazione (come quelli gnostici, in cui domina il linguaggio ermetico), sia i libri consigliati per la lettura privata, diversa da quella pubblica fatta sulla Bibbia. Tali apocrifi rimanevano fuori dall'elenco dei libri sacri ed erano considerati extra-canonici. La loro origine era sconosciuta e falsa (Girol., Ep. 107; Agost., civ. XV, 23), la dottrina erronea (Orig., Prol. in Cant.; Comm. in Mt. serm. 28; Agost., Faust. XI, 2), la lettura pubblica proibita (Ruf., Symb. 38; Girol., Ep. 96; Prol. in Gal.), il loro uso da parte degli eretici (Iren., Adv. haer. I, 20; Tert., De res. 63, Clem. Al., Strom., I, 15; III, 4, Ipp., Philos. VII, 20).
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CHE SIGNIFICA OGGI 'ISPIRAZIONE'?
12/11/2001
Il documento della Commissione Biblica Internazionale del 1993 L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, così ben ricevuto da ogni parte, ha trattato questioni essenziali di ermeneutica ma ha lasciato da parte consapevolmente l'aggiornamento della dottrina sull'ispirazione della Sacra Scrittura richiesto dal progresso nel campo dell'interpretazione.
La necessità di spiegazioni e commenti, per l'esatta e piena comprensione delle opere letterarie, filosofiche, scientifiche, fu avvertita nell'antichità ma molto di più nel Medio Evo, quando assunse denominazioni ed evoluzioni sia cronologiche che tipologiche.
Il commentarium (o commentarius liber) presso gli scrittori tardo-antichi assume l'accezione di commento ampio ed erudito, al posto dell'originale significato di "libro di ricordi", cioè autobiografico.
Inalterato rimane il significato di glossa, d'uso comune in età ellenistica per indicare sia la locuzione rara sia la sua spiegazione (detta anche scolio).
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Esegesi biblica e Teologia: la questione dei metodi
12/11/2001
Secondo la formula ben conosciuta della Costituzione Dogmatica "Dei Verbum ", lo studio della Bibbia deve essere " come l'ani-ma della Sacra Teologia " (DV 24) Ne risulta che la questione dei metodi esegetici riveste una importanza fondamentale per il la-voro teologico Questa questione non manca di complessità e suscita quindi attualmente parecchie discussioni Senza poter entrare in tutti i dettagli, questo modesto articolo vorrebbe esprimere alcune osser-vazioni in proposito.
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Esegesi dei Padri
10/06/1999
I Padri continuano un'esegesi che e gia presente - si potrebbe dire - sin dal momento della redazione scritta dell'Antico Testamento. In questo processo, durato molti secoli, un testo legale e/o profetico viene letto come Parola di Dio che vive in eterno, quindi e continuamente reinterpretato in una nuova situazione, a partire da due criteri:
- il criterio secondo cui la parola del Signore vale per sempre
- il criterio secondo cui il senso del testo e piu ampio delle intenzioni dell'autore di quel testo: il testo rivive ogni volta che mutano le circostanze storico-salvifiche; rivive o nell'interpretazione o nella rilettura che viene compiuta dalla scuola del profeta o da un altro profeta.
L'esegesi patristica riguarda gli orientamenti di base che hanno dato forma alla dottrina della Chiesa e hanno fornito un ricco insegnamento teologico per il nutrimento spirituale dei fedeli.
Omelie, commentari, opere di controversia e di teologia, fanno riferimento alla Scrittura. Il luogo abituale della lettura biblica è la chiesa, durante la liturgia. Questa è la ragione per cui l'interpretazione proposta è sempre di natura teologica, pastorale e teologale, a servizio delle comunità e dei singoli credenti.
La Bibbia è considerata come il Libro di Dio, opera unica di un autore unico, pur attribuendo agli gli autori umani un ruolo non passivo. Tuttavia il loro tipo di approccio presta scarsa attenzione allo sviluppo storico della rivelazione.
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IL CANONE BIBLICO CATTOLICO
12/11/2001
La bibbia letta dai cattolici e dagli ortodossi comprende 43 libri dell'Antico Testamento e 27 del Nuovo. Ci possiamo domandare perché sono 43 o non piuttosto 40 ovvero 50. I libri riconosciuti come "Sacra Scrittura" sono chiamati canonici, da kanon, misura, norma, in quanto essi sono normativi per la fede in quanto ispirati dallo Spirito Santo e contengono la parola di Dio.
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Il Giubileo nella Bibbia
20/05/2000
Questa conversazione è suddivisa in sette punti. È un caso fortunato perché il numero sette è la radice del giubileo. Eccoli: 1) le fonti bibliche; 2) 1'origine del termine; 3) i dati storici; 4) il rapporto tra il giubileo e gli anni sabbatici; 5) il giubileo nella tradizione orale ebraica e negli apocrifi; 6) una considerazione teologica del giubileo; 7) che cosa ci dice il giubileo biblico.