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Essere Chiesa nell'epoca moderna: il contributo del Concilio Ecumenico Vaticano II   versione testuale


 
Il tema del rapporto tra Chiesa e modernità é uno dei più dibattuti e, probabilmente, irrisolti della nostra epoca. Esso pare continuamente polarizzato tra la tentazione, sempre possibile, di una "diluizione" del credo ecclesiale nella modernità, da un lato, e la contrapposizione, talvolta fino al rifiuto, dall'altro. Entrambe le "polarizzazioni" possono trovare giustificazioni e puntelli, ma restano ultimamente delle "non-risposte" all'importante questione.
Dal punto di vista metodologico, ritengo necessario sottolineare tre premesse. La prima é universale e riguarda ogni processo investigativo che voglia essere realmente tale. In un'indagine scientifica, non é mai possibile giungere ad una conoscenza autentica, eliminando uno dei fattori implicati.
Questo semplicissimo assioma gnoseologico, suggerisce come sia illegittimo, anche nel rapporto tra Chiesa e modernità, pretendere di risolvere i problemi, "eliminando" uno dei fattori in gioco: la modernità c'é e la Chiesa non può eliminarla, né può far finta che non esista, ricercando nostalgicamente un passato, nel quale il dialogo con la cultura appariva più semplice e fruttuoso. Simmetricamente - e questo mi pare un elemento essenziale, forse poco sottolineato - la Chiesa c'é, esiste, é viva e la modernità non può eliminare tale "fattore" della realtà, senza contraddire se stessa e la propria dichiarata empirica pretesa gnoseologica.
La seconda premessa é di tipo semantico: che cosa intendo, in questo intervento, con "modernità"? É chiaro che il termine é amplissimo e non é questa la sede per definirlo o comprenderlo, in tutta la sua complessità. Dichiaro soltanto che, ovviamente, non mi riferisco unicamente alla "modernità storica", che si chiude con l'epoca contemporanea e che é, anch'essa differentemente datata, a seconda dei sistemi di riferimento, né alla "modernità filosofica" in senso stretto, che domanderebbe di essere integrata almeno con la "post-modernità" e tutte le conseguenze del cosiddetto "pensiero liquido", che genera la nostra "società liquida". Utilizzerò il termine "modernità" in senso analogico, intendendo con esso, nel presente intervento, quella parabola filosofico-antropologica, o più specificamente gnoseologico-antropologica, che va da Cartesio al relativismo, passando attraverso le grandi ideologie, sgretolatesi nel secolo scorso, ed il contemporaneo "tecno-scientismo virtuale".
 
 
 
 
 
di S.Em. il Card. Mauro Piacenza